ROMA, 24 MAGGIO – ”I paesi sono sulla buona strada per non centrare gli obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS) sulla protezione ambientale”: è il preoccupante avvertimento che due entità dell’ONU affidano ad un nuovo rapporto pubblicato in coincidenza con la Giornata internazionale per la biodiversità.
Nonostante i progressi compiuti in settori quali l’acqua pulita, i servizi igienico-sanitari, l’energia pulita e la gestione delle foreste, il mondo continua a vivere in modo insostenibile e la perdita di biodiversità e il cambiamento climatico hanno continuato a progredire.
“Non abbiamo ancora preso il ritmo di cambiamento necessario per allinearci all’Agenda 2030“,ha dichiarato Elizabeth Maruma Mrema, segretario esecutivo della Convenzione sulla biodiversità che ha prodotto lo studio insieme con il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEP).
La relazione chiarisce che ”siamo in ritardo” e che ”il mondo non può sostenere per sempre il nostro tasso di utilizzo e sfuttamento…. è imperativo cambiare stili di vita per raggiungere gli obiettivi del 2030. Gli OSS sono al centro dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile che delinea obiettivi concordati a livello internazionale in settori quali la povertà, la fame, la salute, l’azione per il clima, l’energia pulita e il consumo responsabile”.
La relazione sui progressi di misurazione esamina i dati e le informazioni sugli aspetti ambientali di ciascuno dei 17 obiettivi e sul modo in cui i paesi stanno compiendo progressi sulla base della valutazione attraverso i rispettivi indicatori degli OSS.
Gli autori hanno riscontrato un aumento delle tendenze al ribasso tra più indicatori rispetto alla precedente relazione intermedia pubblicata nel 2019.
I ricercatori hanno testato la relazione tra gli indicatori OSS, utilizzando un approccio analitico basato sui dati. Tra i collegamenti che hanno scoperto c’era che il consumo interno di materiali (DMC) relativo all’estrazione della biomassa è “correlato negativamente” con le specie a rischio di estinzione.
D’altro canto, l’aumento delle aree protette e altre misure per salvaguardare la biodiversità non hanno portato a riduzioni del numero di specie a rischio di scomparsa, il che significa che è stata persa una strategia globale decennale per la conservazione della biodiversità entro il 2020.
Il rapporto chiede quindi dati e indicatori migliori per capire come garantire che lo sviluppo progredisca in modo corretto.
Sono state individuate lacune nella diversità e nell’uso dei dati e delle statistiche ambientali per informare le politiche governative, in particolare i “big data ambientali” prodotti attraverso tecnologie come il telerilevamento e l’intelligenza artificiale.
Inoltre, molti prodotti, statistiche e indicatori di dati esistenti sembrano essere sottoutilizzati, mentre i governi non hanno omesso di porre l’accento su tali dati nella formazione o nel processo decisionale delle politiche.