PADOVA, 6 MAGGIO– E’ stata inaugurata oggi a Beira in Mozambico la nuova ala di Neonatologia dell’Ospedale Centrale distrutta dalla furia del ciclone Idao. Una struttura di 600 metri quadrati, dei quali 400 profondamente ristrutturati e 200 di ampliamento, ospiteranno un totale di 17 culle, 22 letti, 3 ambulatori, sala allattamento, farmacia, lavanderia, uffici, nuovi bagni e area per il personale.
La nuova terapia intensiva neonatale è stata dotata anche di un nuovo impianto di erogazione di ossigeno.
«E’ un grande segno di ricostruzione: è il senso profondo e ultimo della nostra presenza in Africa e con l’Africa, il ricostruire tenacemente, pazientemente, ostinatamente. Ricostruire è il verbo che l’Africa ci insegna”, ha detto Don Dante Carraro, il direttore di Cuamm, presente all’inaugurazione: “E’ una lezione importante che ci viene da Beira, dal Mozambico oggi. Senza lasciarci intimorire nemmeno dalla pandemia. Le regole vanno rispettate, le misure di protezione vanno adottate, ogni giorno, però la ricostruzione di Beira è riuscita, dentro e durante l’epidemia del Covid-19, nel rispetto delle regole”, ha aggiunto Don Dante ringraziando la direzione dell’Ospedale, le autorità locali, l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo sviluppo e i tanti donatori che hanno sostenuto il progetto.
La nuova divisione assistera’ un bacino di utenza di circa nove milioni di persone, ha ha commentato il Ministro della Salute del Mozambico Armindo Daniel Tiago citando il proverbio africano, “se vuoi andare veloce vai solo, se vuoi andare lontano vai insieme”.
L’ambasciatore italiano Gianni Bardini ha inserito il progetto nel quadro di una profonda e lontana amicizia, vecchia di 70 anni tra Italia e Mozambico: “L’Italia si incontra dappertutto, segno di una società civile impegnata, come lo è il Cuamm da settant’anni. Beira sta rinascendo dopo il ciclone, la neonatologia dove nascono i bambini è il simbolo di questa rinascita. Questa opera è uno sforzo congiunto di tanti italiani che l’hanno sostenuta e la nostra amicizia continuerà anche negli anni futuri”.
Il ciclone Idao si era abbattuto su Beira, nel Mozambico centrale, tra il 14 e il 15 marzo 2019, con piogge torrenziali e venti intensi hanno travolto e devastato la citta’ e le Province di Sofala, Zambezia, Manica e Inhambane. 1.500.000 le persone colpite; 600 morti; 111.000 case abbattute; il 90% della città è stato distrutto dai forti venti e dalle vaste inondazioni causate dal fenomeno. La peggiore catastrofe naturale che si sia abbattuta sull’Africa negli ultimi 10 anni aveva gravemente compromesso anche l’Ospedale Centrale, una struttura sanitaria di riferimento per una popolazione di circa 1 milione di abitanti e in particolare la Neonatologia, indispensabile per un ospedale dove si assistono quasi 6.000 parti l’anno. Medici con l’Africa Cuamm si era immediatamente attivata per fronteggiare l’emergenza, su più fronti di intervento, tra i quali anche quello di ricostruire e ampliare la Neonatologia, ripristinando i servizi. (@OnuItalia)