ROMA, 28 APRILE – Mai come quest’anno la Settimana mondiale delle Vaccinazioni (24-30 aprile) ricorda che uno strumento come quello che la scienza mette a disposizione dell’intera umanità va accolto e custodito come il più valido passaporto per la salute globale.
Nonostante questo, proprio la pandemia da coronavirus ha messo a forte rischio quelle popolazioni fragili e non organizzate che hanno comunque bisogno di poter disporre anche di altri vaccini. Nell’anno del Covid non c’è solo Covid: OMS, UNICEF E GAVI (l’Alleanza per le vaccinazioni) hanno infatti stimato che a causa della pandemia 60 campagne salvavita sono state rimandate in 50 paesi e circa 228 milioni di persone – principalmente bambini – sono ora a rischio per malattie come morbillo, febbre gialla e polio.
Gli stessi soggetti internazionali insieme con altri partner hanno lanciato inoltre l‘Immunization Agenda 2030 (IA2030), una nuova strategia globale per salvare oltre 50 milioni di vite attraverso le vaccinazioni. L’Agenda si concentra sulla vaccinazione nel corso di tutta la vita, dall’infanzia all’adolescenza fino al raggiungimento dell’età avanzata. Se pienamente attuata, eviterà circa 50 milioni di morti, secondo l’OMS – il 75% dei quali nei paesi a reddito basso e medio-basso.
Gli obiettivi da raggiungere entro il 2030 includono:
• Raggiungere il 90% di copertura per i vaccini essenziali somministrati durante l’infanzia e l’adolescenza;
• Dimezzare il numero di bambini completamente privi di vaccini;
• Avviare 500 campagne a livello nazionale o subnazionale con vaccini nuovi o poco utilizzati – come quelli contro il COVID-19, il rotavirus o il papillomavirus umano (HPV).
Un sondaggio dell’OMS ha rilevato che, nonostante i progressi rispetto alla situazione del 2020, più di un terzo dei paesi che hanno risposto (37%) riferisce ancora di aver subito interruzioni dei servizi di vaccinazione di routine. Anche le campagne di vaccinazione di massa sono interrotte. Più della metà dei 50 paesi colpiti sono in Africa, il che evidenzia il protrarsi delle disuguaglianze di accesso delle persone ai servizi essenziali di vaccinazione. Le campagne di vaccinazione contro il morbillo, che è una delle malattie più contagiose e può provocare grandi epidemie ovunque le persone non siano vaccinate, sono le più colpite. Le campagne contro il morbillo, tra quelle rimandate, sono 23, e interessano circa 140 milioni di persone. Molte sono state rimandate per più di un anno.
“I vaccini ci aiuteranno a porre fine alla pandemia da COVID-19, ma solo se garantiamo un accesso equo per tutti i paesi e costruiamo sistemi forti per distribuirli”, ha dichiarato il dottor Tedros Adhanom Ghebreyesus, Direttore generale dell’OMS. “E se vogliamo evitare epidemie multiple di malattie pericolose per la vita come il morbillo, la febbre gialla e la difterite, dobbiamo assicurarci che i servizi di vaccinazione di routine siano salvaguardati in ogni paese del mondo”.
“Anche prima della pandemia, erano emersi segnali preoccupanti di un primo rallentamento nella lotta contro le malattie prevenibili dei bambini, con 20 milioni di bambini che già non avevano ricevuto vaccinazioni essenziali”, ha dichiarato Henrietta Fore, Direttore generale dell’UNICEF. “La pandemia ha peggiorato una situazione già difficile, causando la mancata vaccinazione di altri milioni di bambini. Ora che i vaccini sono in cima ai pensieri di ognuno di noi, dobbiamo mantenere questa energia per aiutare ogni bambino a recuperare il suo vaccino contro il morbillo, la polio e altre malattie. Non abbiamo tempo da perdere. Perdere terreno significa perdere vite”.
Secondo le organizzazioni, come risultato delle lacune nella copertura vaccinale, sono stati recentemente segnalati gravi focolai di morbillo in paesi come la Repubblica Democratica del Congo, il Pakistan e lo Yemen, ed è probabile che si verifichino altrove poiché un numero crescente di bambini non riceve i vaccini salvavita.
“Milioni di bambini in tutto il mondo rischiano di perdere i vaccini di base poiché l’attuale pandemia minaccia di compromettere due decenni di progressi nelle vaccinazioni di routine”, ha dichiarato il dottor Berkley, CEO di Gavi – l’Alleanza per le Vaccinazioni. “Per favorire la ripresa dal COVID-19 e per combattere future pandemie, dovremo garantire che la vaccinazione di routine sia prioritaria”.
Se l’Onu e le sue agenzie sono impegnate su tutti i fronti, organizzazioni non governative come Amref puntano molto sul lavoro che i testimonial più apprezzati e noti possono aiutare a organizzare in Africa. in occasione della Settimana delle Vaccinazioni Amref Health Africa ha lanciato una nuova campagna per lo sviluppo di un programma di vaccinazione di massa trasversale nell’Africa sub-sahariana. L’appello per una salute globale e un accesso equo ai vaccini è stato accolto anche da molti artisti e sportivi.
Le attività della campagna, a cui hanno aderito Fiorella Mannoia, Giovanni Soldini, PIF, Giobbe Covatta, Simone Cristicchi, Caterina Murino, Mauro Biani, Luca Lucini, Paolo Briguglia, Dario Vergassola, Giulio Manfredonia, Francesco Gambella, Hervé Barmasse, Bianca Nappi, Salvatore Marino, Gerry Scotti, includono azioni di advocacy e sensibilizzazione, la formazione del personale sanitario, l’approvvigionamento e la consegna dei vaccini, e molto altro.
Nel mondo, in generale, si stima che i vaccini potrebbero prevenire tra i due e i tre milioni di morti, ogni anno. In quanto alla lotta al COVID-19, ai ritmi attuali, si stima che l’’Africa impiegherebbe tre anni per vaccinare almeno il 60% della popolazione, ovvero 816 milioni di persone, e riuscire così a fermare la circolazione del virus. Ad oggi, il continente africano ha ricevuto oltre 30 milioni di dosi di vaccino COVID-19, ma per raggiungere l’immunità di gregge il continente dovrebbe riceverne 1,6 miliardi (a doppia dose) che, secondo le stime attuali, potrebbero costare tra gli 8 miliardi e i 16 miliardi di dollari, con costi aggiuntivi del 20-30%, per il programma di distribuzione vaccinazione.
”Oggi Amref è in prima linea nella sfida sanitaria più impegnativa degli ultimi decenni – ha dichiarato Guglielmo Micucci, Direttore di Amref Health Africa in Italia – E nell’Africa sub-sahariana, il COVID-19 trova nella povertà un grande alleato: le carenze infrastrutturali esistenti, le competenze limitate e le grandi distanze rendono complicata la pianificazione della campagna vaccinale. Mai come in questo momento, prendersi cura della salute dell’Africa significa prendersi cura della salute del mondo: non solo come dovere morale, ma anche come necessità sanitaria”.