ROMA, 2 APRILE – La perseveranza, la pazienza scrupolosa, la concentrazione e la resistenza degli uomini e delle donne che rilevano e distruggono le mine terrestri e altri residuati bellici esplosivi in tutto il mondo, vengono riconosciuti in una nuova mostra digitale dell’Onu che presenta fotografie di sminatori in ogni parte del mondo.
In vista della Giornata internazionale di sensibilizzazione sulle mine, che si celebra ogni anno il 4 aprile, il Servizio delle Nazioni Unte contro le mine UNMAS ha organizzato una sorta di mostra fotografica sulle sue attività. Nigeria e Afghanistan, Siria e Iraq, Colombia, Libia e Somalia, Sahara Occidentale e Sud Sudan, sono alcuni dei teatri in cui si svolgono le attività del personale dell’Onu addetto a cercare, trovare e rendere inoffensive armi considerate tra le più subdole e crudeli.
Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha rilevato che il 2020 è stato un anno senza precedenti e che di fronte all’esplodere della pandemia di Covid UNMAS ha ”rapidamente adattato il suo lavoro per affrontare circostanze drammaticamente cambiate”. UNMAS ha setacciato centinaia di metri quadri di terra che sono stati resi sicuri e riconvertiti in modalità produttive, migliaia di ordigni sono stati trovati,disinnescati e distrutti, milioni di persone che ancora vivono in quei territori disseminati di mine sono stati istruiti contro i rischi di esplosioni accidentali. Un bilancio lusinghiero e un lavoro enorme che continua sempre.
UNMAS è stato istituito nel 1997. Attualmente ha 19 operazioni di sminamento in paesi che hanno vissuto guerre e instabilità. A titolo di esempio riferisce che nel 2020, nel Sud Sudan, ha trovato e distrutto circa 35.000 dispositivi mortali. E conteggia: solo $ 1 per fabbricare una mina; circa $ 1,000 per rimuoverla in sicurezza.
La visione delle Nazioni Unite, che viene ribadita con fermezza ogni 4 aprile, è un mondo libero dalla minaccia di mine, residuati bellici esplosivi, munizioni a grappolo e ordigni esplosivi improvvisati. È un mondo in cui individui e comunità possano tornare a vivere in case sicure, in un terreno sicuro, in ambienti sicuri, dove i diritti umani, il diritto alla vita, la libertà, la sicurezza personale e i bisogni fondamentali sono soddisfatti e nessuno viene lasciato indietro.