ROMA, 11 MARZO – Organizzazioni non governative, agenzie dell’Onu, istituzioni ricordano in questi giorni il triste anniversario dell’inizio della guerra in Siria. Dieci anni in cui i segni lasciati sono inimmaginabili: mezzo milione di morti, 11 milioni di sfollati, città e villaggi trasformati in cumuli di macerie, scuole ed ospedali bombardati.
L’appello di Intersos è a non dimenticare e ad aiutare soprattutto perché in Siria ancora non si vede la fine; nonostante il conflitto si sia ora stabilizzato, restano inaccessibili le aree del Nord Ovest e Nord Est dove la sicurezza è precaria e manca ogni tipo di assistenza umanitaria. Chi sta provando a rientrare, dopo anni vissuti in campi o insediamenti informali, trova una situazione peggiore di quanto avesse immaginato. Povertà diffusa, economia al collasso e milioni di persone con case distrutte, senza i beni primari per sopravvivere, come cibo e cure mediche. Di conseguenza – denuncia ancora la Ong – quello che sta accadendo è l’aumento del lavoro minorile, dell’illegalità e dello sfruttamento dei ragazzi che vogliono aiutare economicamente le proprie famiglie.
Da parte sua l’Unicef accusa: dopo 10 anni di guerra in Siria il 90% dei bambini ha bisogno di aiuto a causa di violenze, crisi economica e della pandemia da COVID-19. I dati forniti dall’agenzia dell’Onu per l’Infanzia sono impietosi:
• Circa 12.000 bambini sono stati uccisi o feriti: una media di più di tre al giorno;
• Più di 5.700 bambini – alcuni anche di 7 anni – sono stati reclutati nei combattimenti;
• Più di 1.300 strutture sanitarie e scolastiche e relativo personale sono stati attaccati
• Nell’ultimo anno, il prezzo medio del paniere alimentare è aumentato del 230%;
• I numeri segnalati di bambini che presentano sintomi di stress fisico sono raddoppiati nel 2020 a causa della continua esposizione a violenza, shock e traumi che hanno avuto un significativo impatto sulla salute mentale dei bambini, con conseguenze di breve e lungo periodo.
• Oltre mezzo milione di bambini sotto i 5 anni in Siria soffrono di ritardi nello sviluppo a causa della malnutrizione cronica;
• Circa 2,45 milioni di bambini in Siria e altri 750.000 bambini siriani nei paesi vicini non vanno a scuola, il 40% sono ragazze e/o bambine.
”Questo non può essere solo un altro triste anniversario, messo in secondo piano dalla comunità internazionale, mentre i bambini e le famiglie in Siria continuano a lottare”, ha dichiarato il Direttore generale dell’UNICEF Henrietta Fore. “I bisogni umanitari non possono aspettare. La comunità internazionale dovrebbe fare ogni sforzo per portare la pace in Siria e sollecitare sostegno per i bambini”.