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venerdì, Dicembre 13, 2024

8 marzo: Italia, piu’ donne nelle scienze degli oceani

NEW YORK, 8 MARZO – Una rappresentativita’ di genere equilibrata è una sfida nella scienza e nella ricerca, non solo nella vita pubblica: secondo l’UNESCO, solo il 30% dei ricercatori del mondo sono donne e, mentre un numero crescente di donne si iscrive all’università, molte si ritirano ai livelli più alti richiesti per una carriera di ricerca. Rivolgendosi a un panel dell’ONU su “Enabling empowerment and leadership of women in deep-sea research for transformative actions”, la Rappresentante permanente italiana all’ONU, Mariangela Zappia, ha osservato che i progressi per migliorare la presenza delle ragazze e delle donne in scienza, tecnologia, ingegneria, matematica e campi medici (STEMM) “sono stati troppo lenti, il progresso si è stabilizzato, o addirittura è arretrato in alcuni casi”.

Le scienze degli oceani non fanno eccezione: “Le donne sono sotto-rappresentate soprattutto nei settori altamente tecnici come la ricerca in acque profonde, e nelle posizioni di leadership. I numeri sono bassi ovunque, ma in particolare nei paesi meno sviluppati, nei SIDS (i piccoli stati isola in via di sviluppo) e nei paesi in via di sviluppo senza sbocco sul mare”, ha detto la Zappia nella Giornata Internazionale della Donna. Allo stesso tempo, c’è ora l’opportunità di un “reset”, come il segretario generale Antonio Guterres ha sottolineato in diverse occasioni: “I fatti dimostrano che, ogni volta che le donne hanno l’opportunità di partecipare pienamente e significativamente alla vita pubblica, possono fare la differenza”. Durante tutto l’anno scorso, le donne e le ragazze scienziate sono state in prima linea nella risposta alla crisi del COVID. Operatrici sanitarie e innovatrici. Ricercatrici di vaccini e pioniere di trattamenti. Ci hanno guidato verso un mondo più sicuro”.

La questione centrale da affrontare, secondo Zappia, è l’accesso al potere e la distribuzione del potere, e l’ONU ha un ruolo da svolgere per far sì che questo accada. Alcuni suggerimenti includono l’integrazione del genere nella governance internazionale degli oceani e la loro scienza: “Rendere la partecipazione delle donne nelle scienze oceaniche deve essere una priorità per tutti gli stati membri”.

L’Italia attribuisce la massima importanza al raggiungimento sinergico dei due obiettivi di sviluppo SDG5 e SDG14 (rispettivamente la parita’ di genere e la vita sotto il mare), ha aggiunto la Zappia: “Abbiamo quasi colmato il gap di genere nelle scienze marine e oggi le donne eguagliano gli uomini negli istituti di ricerca marina e nelle università”. In Italia, una donna, la professoressa Nadia Pinardi dell’Università di Bologna, ha dato il via oltre vent’anni fa all’oceanografia operativa italiana creando il primo modello numerico oceanico in Europa e il secondo al mondo. (@OnuItalia)

OnuItalia
OnuItaliahttps://onuitalia.com
Il giornale Italiano delle Nazioni Unite. Ha due redazioni, una a New York, l’altra a Roma.

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