ROMA, 5 MARZO – E’ la violenza di genere il tema scelto da UNICEF Italia per celebrare la Giornata internazionale dei diritti della donna: con la campagna #8marzodellebambine quest’anno dedicata a sostenere la lotta alla violenza di genere in Italia e nel mondo lancia anche una petizione per chiedere che venga rinnovato e integrato il Piano Nazionale Antiviolenza che definisce obiettivi e programmi per combattere la violenza di genere.
Testimonial della campagna l’’attrice Serena Rossi che ha deciso di schierarsi al fianco dell’organizzazione delle Nazioni Unite a sostegno di tutte le bambine, le ragazze e le donne in Italia e nel mondo che ancora necessitano di essere tutelate e protette. Serena Rossi è la protagonista di un video appello dell’UNICEF per chiedere che ogni bambina/ragazza/donna sia libera, rispettata e protetta.
Attraverso la petizione per il rinnovo del Piano Nazionale Antiviolenza, l’UNICEF chiede che questo venga integrato con alcune istanze presentate all’UNICEF da giovani donne:
1. Aumentare i posti disponibili per l’accoglienza di donne e nuclei madri-bambino sopravvissute o a rischio di subire violenza e rimuovere gli ostacoli che impediscono di chiedere supporto.
2. Prevedere una campagna di sensibilizzazione continua sulla violenza di genere, nelle scuole e nei luoghi di formazione.
3. Combattere in ogni ambito, sede e fonte giuridica il pregiudizio che colpevolizza la vittima e sviluppare una cultura del consenso.
”Finché le ragazze temono per la loro sicurezza, non possono realizzare il loro pieno potenziale e sono impossibilitate a proseguire l’istruzione, il lavoro e altre opportunità sociali e politiche”, ha spiegato Carmela Pace, Presidente UNICEF Italia. ”Ovunque a scuola, a casa, al lavoro le bambine e le donne devono essere protette e tutelate. Come UNICEF non ci tiriamo indietro e continueremo a lavorare per dare ad ogni bambina e ogni donna l’attenzione, gli strumenti e il sostegno che sono dovuti. Ringrazio Serena Rossi per essersi schierata al nostro fianco in questa lotta di vitale importante e invito tutti a firmare la petizione UNICEF per chiedere che venga rinnovato e integrato il Piano Nazionale Antiviolenza”.
Nell’occasione dell’8 marzo Unicef diffonde anche numerosi dati sul tema della violenza di genere su bambine e ragazze
Nel mondo 13 milioni di ragazze tra i 15 e i 19 anni hanno subito uno stupro nella loro vita; In generale, si stima che 1 donna su 3 (35%) abbia subito violenza fisica e/o sessuale nel corso della propria vita. Molto spesso la violenza è perpetrata dal partner o ex partner;
Quasi un terzo (30%) delle donne che hanno avuto una relazione riferisce di aver subito una qualche forma di violenza fisica e/o sessuale da parte del proprio partner. Il rischio di violenza è alto anche per le bambine e adolescenti migranti e rifugiate, in particolare per coloro che affrontano la rotta del Mediterraneo centrale da sole.
In Italia la violenza sulle donne si è aggravata
In Italia oltre il 31,5% delle donne di età compresa tra i 16 e i 70 anni ha subito qualche forma di violenza fisica o sessuale. Anche lo stalking si configura come un reato di genere: nel gruppo di età 14-17 il numero delle vittime tra le ragazze supera 3 volte quello dei ragazzi ed arriva ad essere 6 volte maggiore nel gruppo di età 18-24.
Tra gli omicidi che riguardano donne, l’83,8% sono commessi in ambito famigliare e affettivo. Questi numeri, sono in continuo aumento: quindici anni fa la percentuale era pari al 59,1%. Nel 2019, nel 61,3% dei casi le donne sono state uccise dal partner o ex partner.
Secondo un rapporto dell’ISTAT, durante l’epidemia COVID-19 la situazione delle donne si è ulteriormente aggravata: nel primo semestre del 2020, i femminicidi sono stati pari al 45,0% del totale degli omicidi – contro il 35,0% dei primi sei mesi del 2019 – e hanno raggiunto il 50,0% durante il lockdown nei mesi di marzo e aprile 2020. Le donne sono state uccise principalmente in ambito affettivo/familiare (90,0% nel primo semestre 2020) e da parte di partner o ex partner (61,0%).
Secondo un sondaggio realizzato dall’’UNICEF attraverso la piattaforma U-Report on the Move, in caso di violenza sessuale subita circa il 20% dei rispondenti ignorerebbe il problema, il 20% cercherebbe di risolvere il problema per conto proprio e un 23% si rivolgerebbe solo a familiari o amici: è solo del 46% la percentuale di coloro che hanno risposto che farebbe ricorso ad assistenza medica o psicologica.
Durante la pandemia da COVID-19 , a causa delle misure dovute ai lockdown, per molte ragazze e donne il rischio di violenza fisica, sessuale e psicologica è aumentato notevolmente: i l numero delle chiamate al numero antiviolenza e stalking 1522 nel periodo compreso tra marzo e ottobre 2020 è aumentato del 71,7% e nel 64,1% si riportano casi di violenza assistita.
Da una recente indagine lanciata dall’UNICEF nel quadro del programma The Future We Want, è emerso che il 64% degli/delle adolescenti che hanno partecipato (il 73% delle ragazze e il 53% dei ragazzi) pensa che casa o il posto in cui si vive non sia per tutti un luogo sicuro.