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IFAD: finanziamenti record, Italia +45% rispetto al passato

ROMA, 18 FEBBRAIO – Il Fondo internazionale delle Nazioni Unite per lo sviluppo agricolo (IFAD) potrà investire 3,8 miliardi di dollari nelle zone rurali del mondo grazie ad un obiettivo di finanziamento senza precedenti fissato oggi dai governi dei 177 Paesi membri in occasione dell’annuale Consiglio dei Governatori dell’IFAD.

L’aumento degli impegni per i prossimi tre anni è stato annunciato dalla Francia (106 milioni di dollari – più 50 per cento rispetto al passato), dall’Italia (96 milioni di dollari – più 45 per cento rispetto al passato), Svezia (87,3 milioni di dollari – pari ad un ulteriore 60 per cento in corone svedesi) e Irlanda (14,3 milioni di dollari – più 66 per cento rispetto al passato). Anche Finlandia e Norvegia si sono impegnate per un ammontare del 40 per cento in più in valuta nazionale, mentre Cina, Paesi Bassi, Giappone e Canada hanno assunto impegni significativi rispettivamente di 101 milioni di dollari, 85 milioni; 82,9 milioni; 57,3 milioni e 55,5 milioni.

In un momento in cui molte nazioni si trovano ad affrontare gravi sfide economiche, questa decisione mostra il ruolo chiave attribuito dai leader mondiali agli investimenti a favore di uno sviluppo rurale efficace di lungo periodo per il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, afferma l’IFAD in un comunicato. Questa fiducia aumenta in modo significativo la capacità dell’IFAD di affrontare i devastanti effetti socio-economici del COVID-19 e dei cambiamenti climatici. Con finanziamenti di un’entità senza precedenti, nei prossimi tre anni l’IFAD raggiungerà circa 140 milioni di persone nelle aree più fragili e remote del mondo.

Queste somme, assieme all’espansione del pionieristico programma di adattamento ai cambiamenti climatici (ASAP+) dell’IFAD, al nuovo programma di finanziamento del settore privato e al cofinanziamento da parte di partner nazionali e internazionali, permetteranno all’IFAD di puntare a realizzare un programma di lavoro 2022-2024 dell’ammontare complessivo di 11 miliardi di dollari.

Fao
Gilbert Houngbo

«Oggi gli Stati Membri dell’IFAD hanno detto chiaramente che il destino dei poveri e di chi soffre la fame è importante e conta. Siamo tutti uniti nella nostra battaglia contro le conseguenze della pandemia da COVID-19 e di un clima in rapida evoluzione, ma nessuno sente quegli effetti devastanti più profondamente delle popolazioni delle aree rurali nei paesi più poveri del mondo», ha spiegato il presidente dell’IFAD Gilbert F. Houngbo.

Sessantasette Paesi hanno già annunciato nuovi impegni per un totale di oltre 1,1 miliardi di dollari destinati alla dodicesima ricapitalizzazione del fondo (IFAD12), un processo in cui gli Stati Membri definiscono le priorità strategiche e impegnano fondi per finanziare il lavoro dell’organizzazione nel triennio 2022-2024. Altre promesse di contribuzione sono attesi durante il 2021.

L’IFAD è l’unica istituzione finanziaria in cui un alto numero di Stati Membri – di solito più di 100 – contribuisce volontariamente al suo finanziamento di base. Tra di essi alcuni dei Paesi più poveri del mondo sono stati l’anno scorso tra i primi ad annunciare la loro intenzione di contribuire, evidenziando così il valore che attribuiscono alla partnership con l’IFAD ed esercitando in questo modo adeguata pressione sui donatori tradizionali affinché incrementino i loro finanziamenti.

Molti dei principali donatori dell’IFAD hanno annunciato la loro intenzione di contribuire in modo ancora più consistente che in passato. Gli Stati Uniti, storicamente il principale donatore dell’IFAD, hanno impegnato 129 milioni di dollari, con un aumento del 43 per cento rispetto al precedente finanziamento sottolineando il ruolo dell’IFAD quale “partner efficace nel riunire i donatori in un contesto multilaterale per avere un impatto sull’ l’estrema povertà delle popolazioni delle aree rurali”. (@OnuItalia)

Alessandra Baldini
Alessandra Baldinihttps://onuitalia.com
Alessandra Baldini e’ stata la prima donna giornalista parlamentare per l’Ansa, poi corrispondente a Washington e responsabile degli uffici Ansa di New York e Londra. Dirige OnuItalia.

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