GINEVRA, 18 GENNAIO – L’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL), in collaborazione con la Partnership Globale Alliance 8.7, si prepara a lanciare ufficialmente il prossimo 21 gennaio l’Anno Internazionale per l’Eliminazione del Lavoro Minorile, con l’obiettivo di incoraggiare azioni legislative e politiche volte a sradicare la piaga del lavoro minorile in tutto il mondo.
La proclamazione del 2021 come Anno Internazionale per l’Eliminazione del Lavoro Minorile era stata adottata all’unanimità in una risoluzione dell’Assemblea Generale dell’ONU nel 2019 per sollecitare i governi a mettere in atto tutte le misure necessarie al fine di raggiungere l’obiettivo 8.7 degli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite che chiede agli Stati membri di adottare misure immediate ed efficaci per sradicare il lavoro forzato, porre fine alla moderna schiavitù e alla tratta di esseri umani, garantire la proibizione e l’eliminazione delle peggiori forme di lavoro minorile (compreso il reclutamento e l’uso di bambini-soldato) e di porre fine al lavoro minorile in tutte le sue forme entro il 2025.
Per avviare ufficialmente questo Anno Internazionale, il 21 gennaio si terrà un evento virtuale con la partecipazione del Direttore Generale dell’ILO Guy Ryder, il Direttore Esecutivo dell’UNICEF Henrietta Fore, il Premio Nobel per la Pace Kailash Satyarthi e l’attivista e ex vittima di lavoro minorile Amar Lal. Maggiori informazioni riguardanti l’evento nonché le istruzioni per registrarsi si possono trovare consultando questo sito.
Nel corso del 2021, vari eventi verranno organizzati con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica e i governi su questo tema e porre l’attenzione su un problema che riguarda nel mondo ben un bambino su dieci. L’iniziativa dell’Anno Internazionale per l’Eliminazione del Lavoro Minorile incoraggia tutte le parti interessate a tutti i livelli (regionale, nazionale, organizzazioni di varia natura) ad individuare azioni concrete, volte a contribuire all’eradicazione del fenomeno, da intraprendere entro la fine di dicembre 2021. Il termine ultimo per presentare proposizioni di progetti e campagne, chiamate Action Pledges, è il 30 marzo e devono essere inviate al seguente link. I responsabili di tali progetti sono invitati a documentare i loro sforzi e i progressi compiuti nel corso dell’anno, attraverso video, interviste, raccolta di storie e testimonianze.
L’Anno Internazionale preparerà il terreno per la quinta edizione della Conferenza Globale sul Lavoro Minorile (V Global Conference on Child Labour) che si terrà in Sudafrica nel 2022, dove le parti interessate condivideranno le loro esperienze e si impegneranno ulteriormente nel porre fine al lavoro minorile in tutte le sue forme entro il 2025, così come al lavoro forzato, alla tratta di esseri umani e alla moderna schiavitù entro il 2030.
L’OIL stima che negli ultimi 20 anni siano stati tolti dal lavoro minorile quasi 100 milioni di bambini, portando il numero da 246 milioni nel 2000 a 152 milioni nel 2016. Tuttavia, i progressi fatti nelle varie regioni del mondo sono disomogenei. Quasi la metà del lavoro minorile avviene in Africa (72 milioni di bambini), seguita da Asia e Pacifico (62 milioni). Il 70% dei bambini impiegati nel lavoro minorile lavora nel settore dell’agricoltura (principalmente nell’agricoltura di sussistenza e nell’agricoltura di mercato) e nell’allevamento di bestiame. Quasi la metà di questi bambini lavora in situazioni considerate pericolose per la loro salute e la loro vita. La crisi sanitaria scatenata dalla pandemia del COVID-19 ha portato ulteriore povertà a queste popolazioni già vulnerabili e potrebbe cancellare anni di progressi fatti nella lotta contro il lavoro minorile. Anche la chiusura delle scuole ha aggravato fortemente la situazione e molti milioni di bambini si trovano attualmente costretti a lavorare per contribuire al reddito familiare.
Per maggiori informazioni sull’iniziativa congiunta di OIL e Alliance 8.7 riguardante l’Anno Internazionale per l’Eliminazione del Lavoro Minorile, si rimanda al seguente link. (@OnuItalia)