ROMA, 11 GEN – “Le modalità per portare avanti il dialogo politico in Libia, in vista della riunione del comitato consultivo del Forum del dialogo politico libico in programma la prossima settimana a Ginevra“. Questi i temi al centro del colloquio avvenuto a Roma tra il capo del governo di accordo nazionale libico (Gna), Fayez al Sarraj, e la rappresentante speciale ad interim del segretario generale dell’Onu in Libia, Stephanie Williams, secondo quanto riporta su Twitter, la Missione di sostegno dell’Onu in Libia (Unsmil).
Secondo a stessa fonte Williams “ha accolto con favore l’impegno e il sostegno di Sarraj nel processo di dialogo politico intra-libico facilitato dalle Nazioni Unite per guidare il Paese verso le elezioni del dicembre 2021“.
Nel corso della sua visita lampo a Roma Sarraj ha incontrato anche l’ambasciatore degli Stati Uniti in Libia, Richard Norland, con il quale ha discusso, “degli sviluppi della situazione nel paese e sui progressi compiuti sulle modalità di soluzione della crisi libica, dal punto di vista militare, di sicurezza, politica ed economica”. L’incontro, secondo quanto riferisce la pagina ufficiale facebook del governo di Tripoli, è stato anche l’occasione per “affermare la necessità di fermare l’interferenza esterna negativa negli affari libici in modo che le modalità di soluzione della crisi possano raggiungere i loro obiettivi di stabilire sicurezza e raggiungere stabilità e ripresa economica”.
Sarraj venerdì scorso aveva avuto un colloquio a Palazzo Chigi col presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, alla presenza del ministro degli Esteri, Luigi Di Maio.
Secondo alcune fonti inoltre l’ONU potrebbe schierare presto in Libia un numero limitato di Caschi Blu internazionali, che si affiancherebbero ai militari locali incaricati dalla Joint Military Military Commission (JMC) 5+5 nel monitoraggio del rispetto della tregua tra le truppe di Fayez Sarraj e quelle di Khalifa Haftar. L’ipotesi dei peace-keepers prende sempre più piede e sembra che non sia malvista né da Tripoli né da Bengasi. A patto però, spiegano l fonti, che siano rispettate alcune condizioni come il numero contenuto di caschi blu e il fatto che sia necessariamente disarmato. Secondo fonti locali, se l’ipotesi verrà confermata, sarà costituito un apposito team di monitoring all’interno di UNSMIL.