GINEVRA, 21 DICEMBRE – Per la Giornata internazionale del Migrante 2020 il Direttore Generale dell’OIM, Antonio Vitorino, ha voluto rendere noto un messaggio sul rapporto tra migrazioni e pandemia da Covid. Quest’ultima ha infatti inferto profonde ferite in situazioni già gravemente disagiate e vunerabili.
”L’anno scorso, in occasione della Giornata internazionale del migrante – scrive Vitorino – abbiamo sottolineato l’importanza della coesione sociale e riconosciuto la generosità delle società che sostengono i migranti nelle loro comunità, inconsapevoli di ciò che il 2020 avrebbe portato. Avevamo definito i migranti come “campioni di resilienza quando i tempi sono duri”, inconsapevoli di come loro – e anche noi – saremmo stati messi alla prova”.
”Quest’anno – prosegue il responsabile dell’agenzia dell’Onu – siamo stati tutti testimoni, in prima persona, del ruolo fondamentale svolto nelle nostre società dai migranti, in prima linea nella nostra lotta contro il COVID-19 nell’occuparsi dei malati e nel lavorare per mantenere funzionanti i servizi essenziali”.
Secondo Vitorino, ”la dedizione e lo spirito imprenditoriale che abbiamo visto quest’anno ci ricorda che, nel momento in cui – nei prossimi mesi – si passerà dalla risposta alla pandemia alla ripresa, i migranti rappresenteranno una parte integrante del ritorno alla vita normale. Ma, perché questo avvenga, dobbiamo sostenere gli sforzi già messi in pratica da molti Paesi affinché i migranti vengano pienamente inclusi nelle nostre risposte al COVID-19, garantendo tra l’altro il loro accesso ai servizi sociali e facendo in modo che non vengano lasciati indietro. Molti migranti si sono ritrovati infatti ridotti alla povertà: i primi a perdere gli impieghi e gli ultimi ad essere riassunti”.
”Economicamente svantaggiati, molti sono rimasti bloccati’, senza riuscire a tornare a casa, mentre altri ancora sono stati costretti a rientrare nei loro paese senza adeguate garanzie per la loro sicurezza. In situazioni estreme, i migranti possono diventare preda di criminali che sfruttano la loro vulnerabilità a scopo di lucro. I diritti umani non sono “guadagnati” in quanto eroi o vittime, ma sono diritti che appartengono a tutti, indipendentemente dall’origine, dall’età, dal sesso e dallo status. Ma è necessario garantire sostegno e protezione affinché migranti possano contribuire pienamente alla loro, e alla nostra, ripresa”.
”Man mano che i vaccini diventano disponibili – sostiene infine Vitorino – occorre garantire un equo accesso ai migranti, indipendentemente dal loro status, a quella che sarà la programmazione nazionale. Non perché rappresentano una categoria speciale di persone, ma in quanto amici, vicini e colleghi di lavoro. La risposta globale al COVID-19 rappresenta un’opportunità unica per re-immaginare la mobilità umana dal basso verso l’alto, per implementare la visione del ”Global Compact per la sicurezza, l’ordine e la regolarità Migrazione”, e contribuire allo sviluppo di comunità prospere, sane e resistenti”.