ROMA, 3 MARZO – Si celebra oggi il World wildlife day, la Giornata mondiale della natura selvatica. Istituita dalle Nazioni Unite sette anni fa in linea con quanto definito dalla Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione (Cites, firmata il 3 marzo 1973), il fine è quello di preservare la biodiversità in tutto il mondo, e dunque la tutela di flora e fauna. Una questione di fondamentale importanza per il presente e il futuro del nostro pianeta, come ha sottolineato lo stesso segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres.
”Man mano che la nostra popolazione e le nostre esigenze continuano a crescere, continuiamo a sfruttare le risorse naturali – comprese le piante e gli animali selvatici e i loro habitat – in modo insostenibile”, ha dichiarato Guterres ripreso dall’agenzia Ansa. ”Sfruttando eccessivamente la fauna selvatica, gli habitat e gli ecosistemi, l’umanità sta mettendo in pericolo sia se stessa che la sopravvivenza di innumerevoli specie di piante e animali selvatici. Oggi, quasi un quarto di tutte le specie del pianeta è in pericolo di estinzione nei prossimi decenni. In questa Giornata mondiale della fauna selvatica – aggiunge – ricordiamo a noi stessi il nostro dovere di preservare e utilizzare in modo sostenibile la vasta varietà di vita sul pianeta. Promuoviamo un rapporto più attento, premuroso e sostenibile con la natura. Un mondo fiorente di biodiversità fornisce le basi di cui abbiamo bisogno per raggiungere i nostri obiettivi di sviluppo sostenibile di un mondo di dignità e opportunità per tutte le persone su un pianeta sano”.
Il tema della salvaguardia della biodiversità, al centro dei colloqui tenutisi alla Fao la scorsa settimana, sarà uno degli argomenti predominanti durante tutto il 2020. All’appuntamento in programma il prossimo ottobre in Cina dove si terrà una conferenza mondiale, l’Ue punta ad arrivare con un piano comune a cui sta lavorando la Commissione europea.
Perdere piante e animali selvatici che contribuiscono all’equilibrio naturale e sono mezzi di sussistenza delle persone, in particolare quelli che vivono più vicini alla natura, costa caro: più di una volta e mezza il Prodotto interno lordo (Pil) globale, circa 145.000 miliardi di dollari all’anno che l’uomo sta buttando via, tra l’impollinazione delle colture, la depurazione delle acque, la protezione dalle inondazioni e il sequestro del carbonio ha ricordato di recente Sir Robert Watson, uno dei maggiori esperti internazionali delle tematiche ambientali e fino allo scorso maggio presidente della Piattaforma intergovernativa promossa dall’Onu sulla biodiversita’ (Ipbes).
In occasione della Giornata mondiale il Segretariato della Cites ha sottolineato l’importanza di un uso sostenibile delle risorse naturali per contribuire al raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, in particolare l’Obiettivo 1 (Nessuna povertà), l’Obiettivo 12 (Garantire modelli di consumo e produzione sostenibili) l’Obiettivo 14 (Vita sotto l’acqua) e l’Obiettivo 15 (Vita sulla terra). La Terra, rileva ancora la Cites, “ospita innumerevoli specie di fauna e flora, troppe per tentare persino di contarle. Questa ricca diversità, e i miliardi di anni durante i quali tutti i numerosissimi elementi hanno interagito, sono ciò che ha reso il nostro pianeta abitabile per tutte le creature viventi, compresi gli esseri umani”.