BOGOTA’, 12 DICEMBRE – Dopo la transumanza, anche l’alpinismo e’ entrato nella lista dei beni immateriali dell’UNESCO. La Commissione speciale dell’organizzazione dell’Onu per la cultura ha iscritto “l’arte di scalare le montagne e le pareti rocciose, grazie a capacità fisiche, tecniche e intellettuali” nel suol elenco dei patrimoni immateriali dell’umanità.
Il riconoscimento, annunciato a Bogota’ in Colombia, è avvenuto in occasione della Giornata internazionale della Montagna promossa dall’Onu e coordinata dalla Fao. Iniziato nove anni fa, il percorso di candidatura è stato sostenuto in maniera sinergica da Italia, Francia e Svizzera (con il coordinamento dei Comuni di Courmayeur e di Chamonix).
“Non possiamo che essere felici per questo prestigioso riconoscimento di un’attività nata tra le nostre montagne – ha commentato l’Assessore all’Ambiente della Valle d’Aosta, Albert Chatrian – e che fa parte della cultura e delle tradizioni valdostane”.
Attraverso l’alpinismo, si affermano così “relazioni solide” e una “dimensione etica e spirituale”, verso un “rapporto complesso tra l’uomo, la natura e l’universo”. A rilanciare l’iscrizione nelle liste UNESCO in Italia e’ stato il ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo, Dario Franceschini: “Questa notte l’alpinismo è stato ufficialmente iscritto nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Unesco. Siamo orgogliosi di questo nuovo riconoscimento che segna un ulteriore impegno nella promozione del dialogo interculturale e della cooperazione. È inoltre la dimostrazione di una sempre maggiore attenzione mostrata dal MiBact nel rapporto tra le politiche culturali, le comunità locali e gli impatti turistici”.
La candidatura, coordinata dall’Ufficio Unesco del Segretariato Generale del MIBACT che ha seguito il processo istruttorio tecnico di negoziazione e di relazioni internazionali, coinvolge a livello nazionale i territori dell’intero arco alpino e dell’Appennino Centrale, tra cui i massicci del Monte Bianco, del Monte Rosa, le Dolomiti e il Gran Sasso. La pratica dell’alpinismo, rappresentata dalle comunità del Club Alpino Italiano (Cai) e del Collegio Nazionale delle Guide Alpine (CNAGAI), è espressione di saperi e tecniche, valori di solidarietà e di aiuto reciproco, oltreché di competenze specifiche. La sua visibilità in quanto patrimonio culturale immateriale contribuisce ad approfondire e diffondere la conoscenza ambientale e degli ecosistemi, anche nel rispetto delle specificità culturali locali dei territori, coniugando l’importanza di salvaguardare, in maniera integrata e sostenibile, aspetti del patrimonio naturale e tradizionalmente trasmessi dalle comunità. (@OnuItalia)