NEW YORK, 16 OTTOBRE – L’Onu dei giovani “invade” la Rappresentanza Permanente italiana all’Onu per parlare di un tema centrale nell’agenda internazionale dell’Italia: la protezione dei beni culturali. Su iniziativa dei due studenti italiani Giulia Parenti e Simone Mostratisi, una ventina di altri ragazzi del programma Youth Delegates hanno partecipato a una tavola rotonda in cui sono intervenuti Lily Gray, senior liaison officer dell’UNESCO a New York e funzionari della Rappresentanza tra cui il consigliere legale Luigi Marini, che nel 2017 ha contribuito al drafting della risoluzione 2347, la prima dedicata interamente alla tutela della cultural heritage.
“Solo da poco si comincia a capire come la cultura e l’eredita; culturale possano essere vettore di pace”, ha detto la Gray, mentre Marini ha osservato che “quando luoghi di culto o siti culturali vengono distrutti la gente prova rabbia e questo alimenta un ciclo di violenza non facile da firmare”. Ha partecipato alla discussione Elad Morad, israeliano, ed ex alunno di Rondine Cittadella per la Pace, l’iniziativa candidata al Nobel per ragazzi in situazioni di conflitto o post conflitto che permette a chi la frequenta di vedere la persona dietro la nazionalità: “La cultura e’ chiave per stimolare il dialogo per la pace. A me Rondine ha cambiato la vita”.
L’ufficiale dei Carabinieri Paolo Donati ha condiviso l’esperienza dell’Arma in Iraq dove, dopo Nassirya, i Carabinieri hanno affinato strategie contro il traffico di opere d’arte al mercato nero, mentre l’addetto militare della Rappresentanza, Generale Gino Micale, ha ricordato il cinquantenario del Nucleo per la Tutela del Patrimonio, fondato nel 1969 con un anno di anticipo sulla prima convenzione delll’UNESCO per la tutela dei beni culturali: in novembre, per celebrare l’anniversario, una mostra di opere recuperate, attualmente a Parigi, verra’ in trasferta all’Onu di New York.
I due Youth Delegates italiani hanno messo il ruolo dei giovani per la tutela del patrimonio culturale al centro del loro mandato e stanno negoziando perche’ la dimensione culturale sia recepita dalla risoluzione conclusiva del loro lavoro attualmente in discussione in Assemblea Generale. (@OnuItalia)