BRUXELLES, 9 OTTOBRE – ”La pena di morte è una punizione crudele, inumana e degradante in violazione del diritto alla vita. La pena di morte è vendetta e non giustizia; la sua abolizione contribuisce a rafforzare la dignità umana”: in una nota congiunta l’Alta rappresentante per gli affari esteri dell‘Unione europea, Federica Mogherini, e la segretaria generale del Consiglio d’Europa, Marija Pejčinović Burić, condannano fermamente il ricorso alla pena capitale in occasione della Giornata mondiale contro la pena di morte di domani.
”142 Paesi, ossia il 74 % degli Stati membri delle Nazioni Unite, hanno già smesso di applicare la pena di morte, abolendola dal codice penale oppure non procedendo a esecuzioni per un lungo periodo. La tendenza abolizionista – dichiarano le due responsabili europee – prosegue: il numero di sentenze e di esecuzioni è in calo. Nel 2018 si sono registrate esecuzioni in 20 Paesi”. I dati parlano di una riduzione di circa il 30 per cento.
”Sempre più persone e leader – rilevano Mogherini e Buric – ritengono che la pena di morte non sia un deterrente contro i reati più efficace di altre punizioni, e che non contribuisca alla sicurezza pubblica. La pena di morte colpisce in misura sproporzionata i membri di gruppi vulnerabili che non possono permettersi una difesa esperta, e i prigionieri nel braccio della morte continuano a rappresentare le fasce più emarginate della società. L’impatto di questa pena crudele si ripercuote anche sulle famiglie dei condannati a morte, in primo luogo sui loro figli”.