(di Maria Novella Topi) – ROMA, 10 SETTEMBRE – Funi che issano un telone bianco, seggiole di plastica a semicerchio sulla terra rossa, cieli abbaglianti di stelle: è così che in tanti villaggi africani CinemArena ha portato il cinema e l’informazione, l’apertura su altri mondi e la consapevolezza dei tanti problemi del continente. Di CinemArena si è parlato all’evento ‘Sotto il cielo dell’Africa’, promosso presso la Casa del cinema di Roma dal Ministero degli Esteri e della cooperazione (Maeci), dalla Cooperazione italiana (Aics) e dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) a conclusione degli ultimi viaggi della carovana che per mesi ha percorso le strade africane e ha portato il cinema all’aperto a oltre 75 mila persone. Avvalendosi sul campo della collaborazione con il team di Overland e con l’ong Bambini nel Deserto i mezzi di CinemArena hanno così attraversato le strade di cinque Paesi dell’Africa occidentale (Senegal, Nigeria, Gambia, Guinea e Costa d’Avorio), alcuni dei principali paesi di origine dei migranti diretti in Europa, portando il grande schermo in 135 villaggi.
Quest’anno, ha ricordato Simonetta di Cori che di CinemArena si occupa dal 2002 , il tema che ha affiancato le proiezioni dei film e che ha fatto da sfondo alle iniziative collaterali, è stato quello delle migrazioni irregolari. Informare le persone che vivono nei paesi da cui proviene il grosso del flusso migratorio dei rischi connessi ai viaggi verso la Libia e poi attraverso il Mediterraneo, perchè, ha detto Federico Soda dell’Oim ”la migrazione sia una scelta consapevole”. ”Con CinemArena – gli ha fatto eco Di Cori – non abbiamo voluto dire ‘non partite’ ma piuttosto ‘siate consapevoli’ di ciò che può attendervi”.
Il breve film di Piero Cannizzaro ha mostrato così la presa di coscienza di chi resta; filmando la tragedie del mare o le vittime del deserto e ancora le testimonianze di donne violentate e di uomini torturati, ha raccontato cosa si rischia, facendo parlare in prima persona chi è riuscito a tornare. Nel corso delle serate africane sono stati distribuiti 1500 questionari che consentiranno di approfondire le ragioni delle migrazioni irregolari, in modo da determinare, ha detto Soda, ”politiche migratorie più equilibrate, riconoscendo comunque che il fenomeno del trasferimento di migliaia di persone verso il benessere, esiste e continuerà in futuro”.
Ma CinemArena negli anni ha affrontato anche temi diversi: in Libano ha portato il problema dalle mine inesplose, insegnando agli abitanti come guardarsene, in Asia e ancora in Africa ha spiegato le epidemie, l’Aids, l’igiene e l’alimentazione. Nato in Mozambico come progetto pilota di cinema itinerante, ha utilizzato questo strumento di svago e divertimento per creare un progetto innovativo di cooperazione, affiancando la proiezione di famose pellicole ad una campagna capillare di diffusione della conoscenza su malattie come Aids, malaria, lebbra, colera e sui mezzi per combatterle.
In 17 anni di attività CinemArena ha raggiunto 30 paesi e ha parlato di salute materno-infantile, alimentazione e diritti delle donne, malattie e diritto di famiglia. Nel 2016 e nel 2010 ha portato a migliaia di persone i mondiali di calcio di Germania e Sudafrica.
”La forza di questo progetto – ha spiegato Luigi Maria Vignali, il direttore del Maeci per gli italiani all’estero e le politiche migratorie – sta nelle sue tre dimensioni peculiari: arriva dovunque; è divertimento, festa e novità; e gli abitanti raccontano la loro esperienza agli altri diffondendone i contenuti in modo ancora più capillare”.
Giorgio Marrapodi, direttore generale della Cooperazione allo sviluppo del Maeci ha definito il progetto di CinemArema ”uno strumento per fare cooperazione, che si basa su un‘eccellenza italiana: il cinema. Ma la cooperazione ha sperimentato tante altre forme di collaborazione nelle quali i livelli di eccellenza italiana sono ai primi posti: penso alle filiere alimentari, dei prodotti, degli straordinari livelli nel campo della salute, dei programmi di sviluppo rurale (insieme con la Fao) contro la desertificazione. Tutti strumenti – ha rilevato Marrapodi – attraverso i quali combattiamo le povertà nel mondo”.
Le immagini di Paolo Colangeli e Cannizzaro viste ieri sera, oltre che commoventi, in alcuni casi sono state fonte di allegria e speranza: in luoghi dove i bambini e i giovani sono maggioranza e rappresentano una forza in grado di inoltrarsi nel futuro se solo ne avessero la possibilità. Si tratta di ”giovani con aspirazioni come le nostre”, ha detto Luca Maestripieri, direttore dell’Agenzia per la Cooperazione italiana (Aics) annunciando che l’Agenzia sta conducendo uno studio con altri partner come Onu e Ue, per cercare di determinare linee guida operative per contrastare il traffico”.
E poi ha lanciato una piccola provocazione: ”Facciamo CinemArena anche nelle piazze italiane per fare vedere davvero cosa è la migrazione, per mostrare la realtà di un fenomeno che viene spesso visto con lenti distorte. Le immagini reali – ha concluso – sono immagini di persone come noi, di una gioventù che vive le stesse aspirazioni dei giovani italiani, naturalmente in contesti molto diversi da quelli in cui noi siamo abituati a vivere”.