ROMA, 12 GIUGNO – I sistemi alimentari del futuro devono garantire alimenti nutrienti, di qualità e tutelare l’ambiente: lo ha dichiarato il Direttore Generale della FAO, José Graziano da Silva, sollecitando la trasformazione dei sistemi alimentari per migliorare la nutrizione nel mondo, aprendo il simposio internazionale Il Futuro del Cibo. Di fronte ad accademici, ricercatori, politici, rappresentanti della società civile e del settore privato, parlamentari e agenzie governative, Graziano da Silva ha esortato: ”Dobbiamo cambiare le nostre strategie e produrre non più cibo, ma produrre cibo più nutriente”.
Ma la fame non è più l’unico grande problema nutrizionale che affligge l’umanità. A tutt’oggi, oltre 2 miliardi di adulti dai 18 anni in su sono in sovrappeso e 670 milioni di essi sono obesi. Inoltre, l’aumento dell’obesità tra il 2000 e il 2016 è stato più rapido rispetto a quello del sovrappeso in tutte le fasce d’età. Per di più, quasi 2 miliardi di persone soffrono di carenze di micronutrienti. Secondo le proiezioni il numero di persone obese nel mondo molto presto supererà il numero di persone che soffre la fame, che al momento è pari a 820 milioni. Secondo la FAO sono diversi i fattori alla base della pandemia globale di obesità e carenza di micronutrienti, per esempio la rapida urbanizzazione. C’è anche l’elevato consumo di alimenti ultra-lavorati, composti prevalentemente da ingredienti artificiali. Sono ricchi di grassi saturi, zuccheri raffinati, sale e additivi chimici.
Il Direttore Generale della FAO ha proposto quattro punti che potrebbero migliorare l’alimentazione umana.
1: i Paesi dovrebbero attuare politiche pubbliche e leggi con incentivi adeguati per proteggere le diete nutrienti e incoraggiare il settore privato a produrre alimenti più sani. Per esempio: tasse sui prodotti alimentari poco sani, etichette più comprensibili e più complete, restrizioni sulla pubblicità degli alimenti, in particolare quelli per i bambini.
2: i governi dovrebbero promuovere il consumo di alimenti locali e freschi, creando circuiti locali di produzione e consumo. Ciò vuol dire migliorare l’accesso e la promozione del cibo locale e fresco.
3: gli accordi commerciali internazionali devono essere progettati per influenzare positivamente i sistemi alimentari, in quanto gli alimenti ultra-lavorati tendono ad essere più vantaggiosi nel commercio internazionale. “Purtroppo non tutto il cibo sicuro è sano. Il commercio deve far sì che si possa portare cibo sano in tavola”, ha spiegato Graziano da Silva.
4: la trasformazione dei sistemi alimentari parte da terreni sani, semi sani e metodi agricoli sostenibili. L’intero sistema alimentare deve essere riadattato e c’è l’esigenza di coltivazioni che rispettino l’ambiente.
Infine il direttore generale dell’Agenzia dell’Onu ha sottolineato che il modello agricolo scaturito dalla Rivoluzione Verde non è più sostenibile, in quanto i sistemi agricoli ad alto input e ad elevato sfruttamento di risorse hanno sì aumentato la produzione di alimenti, ma a un costo elevatissimo per l’ambiente, causando deforestazione, scarsità d’acqua, esaurimento dei suoli e alti livelli di gas serra. Egli ha inoltre lodato il ruolo del mondo accademico nella trasformazione necessaria per i nostri sistemi alimentari. “Vi siamo grati per il vostro lavoro e abbiamo bisogno della vostra guida per come muoverci in futuro”, ha concluso.