KAMPALA, 23 MAGGIO – Un campo di calcio diventa simbolo di accoglienza e inclusione, soprattutto se si trova in Uganda, Africa: l’occasione è stata offerta a oltre 140 ragazzi tra i 13 ed i 16 anni, ugandesi di comunità locali e rifugiati, dall’Ambasciata d’Italia a Kampala e dalla Sampdoria. Per tre giorni ad Arua corsi di management e di educazione allo sport, allenamenti ed un torneo di calcio hanno impegnato i ragazzi del West Nile, la regione nel nord ovest dell’Uganda che ospita la gran parte dei rifugiati provenienti dal Sud Sudan e dal Congo.
L’iniziativa è nata da un’idea dell’Ambasciata e si è sviluppata insieme con la Sampdoria, che per la manifestazione ha inviato due suoi allenatori professionisti. Per l’organizzazione hanno collaborato anche l’ONG italiana ACAV, la Federazione delle Associazioni di Calcio Ugandesi, il Comitato Olimpico Ugandese e l’Ufficio dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati.
Ospite d’onore della manifestazione il Ministro ugandese per la prevenzione dei disastri ed i rifugiati Hilary Onek che ha assistito alla finale del torneo ed ha presenziato alla cerimonia di premiazione, così come l’ambasciatore Domenico Fornara.
L’iniziativa, che intende promuovere, attraverso lo sport e i valori olimpici, l’inclusione sociale, la riabilitazione ed il ripristino di una vita normale tra i giovani residenti dei campi profughi e le comunità ospitanti, non finisce qui. Il comitato organizzatore, presieduto dall’ambasciata, sta mettendo a punto un progetto triennale di educazione allo sport in favore di giovani rifugiati e locali, al quale collaboreranno anche il Comitato Internazionale Olimpico e TO.org.
Obiettivi del progetto di medio e lungo termine sono il consolidamento di programmi di educazione dei giovani ai valori olimpici e di allenamento allargando il campo anche ad altri sport, l’organizzazione di ulteriori corsi di coaching e di management dello sport e la realizzazione di alcune infrastrutture sportive, in particolare campi polifunzionali. Tali iniziative verranno sempre realizzate in favore sia delle popolazioni rifugiate che delle comunità locali, in uno spirito di integrazione ed inclusione.