ROMA, 21 MAGGIO – Undici anni per fare 17 gradini: pochi, è vero, ma vitali se nel 2015 l’Onu ha deciso di dichiarare non sostenibile il modello di sviluppo che l’Occidente ha scelto di darsi sia sul piano ambientale che su quello economico e sociale.
Per ricordare che i 17 gradini sono i 17 Obiettivi di di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 fissata dalle Nazioni Unite, da tre anni l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), che riunisce oltre 220 organizzazioni del mondo economico e sociale, organizza il Festival dello sviluppo sostenibile con l’obiettivo di favorire il dialogo su questi punti, sensibilizzare l’opinione pubblica, informare e condividere le pratiche migliori in materia.
Da oggi al 6 giugno in tutta Italia – sono previsti centinaia di eventi – si parlerà di lotta a cambiamenti climatici ed energia, innovazione tecnologica e futuro del lavoro, lotta alla povertà e alle disuguaglianze, salute e sicurezza alimentare, istruzione e formazione, cooperazione internazionale, infrastrutture e mobilità sostenibile, dialogo interreligioso e futuro dell’Europa, tutela ambientale e sviluppo economico. Lo slogan dell’edizione 2019 è ”Mettiamo mano al nostro futuro”, ed è un invito rivolto a tutti (cittadini, istituzioni, imprese) per creare insieme uno sviluppo sostenibile che non lasci indietro nessuno.
Ad inaugurare il Festival all’appuntamento di Roma, all’Auditorium parco della Musica il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco e molti esperti nazionali e internazionali.
L’evento di oggi ”Per un’Europa campionessa mondiale di sviluppo sostenibile” , è stato introdotto dal portavoce di Asvis Enrico Giovannini secondo il quale ”Tutte le istituzioni europee hanno già indicato l’Agenda 2030 come quadro di riferimento per il futuro dell’Unione. Ora bisogna passare dalle dichiarazioni ai fatti concreti. Le sfide che l’Europa dovrà affrontare sul piano economico, sociale, ambientale e istituzionale sono enormi e per questo proponiamo che la nuova Commissione, il Semestre europeo e le priorità strategiche 2019-2024 siano disegnate a partire dai 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile”.
Conte da parte sua ha annunciato l’istituzione ”a Palazzo Chigi di una Cabina di regia intitolata ‘Benessere Italia’, che coordini le politiche di tutti i ministeri nel segno del benessere dei cittadini e che tra le le attività di studio comprenda anche lo sviluppo sostenibile, la crescita economica equilibrata, un’economia fortemente competitiva che mira alla piena occupazione e al progresso sociale, un livello elevato di tutela dell’ambiente. In esso sono contenuti anche importanti riferimenti alla lotta all’esclusione sociale, alle discriminazioni e alla solidarietà fra generazioni».
Per Conte però ”per rendere l’Europa ‘campione mondiale’ dello sviluppo sostenibile’, dobbiamo innanzitutto comprendere se l’attuale struttura dell’Unione e, in particolare, dell’Eurozona sia adatta o meno a preservare e distribuire il benessere in modo equo. Non possiamo limitarci ad osservare le dinamiche aggregate dell’Unione, ma dobbiamo capire cosa accade all’interno dei singoli Paesi, delle classi sociali, delle diverse fasce d’età’’.
Il Presidente dell’ASviS, Pierluigi Stefanini ha definito il Festival ”il punto di riferimento nazionale per un dibattito sempre più aperto e inclusivo sui temi dello sviluppo sostenibile, fondamentali per il presente e il futuro del nostro Paese, dell’Europa e del mondo intero…..Gli ‘scioperi per il clima’ degli studenti hanno richiamato i decisori alle proprie responsabilità ed hanno ottenuto una visibilità mediatica imponente. Ora non si può più far finta di niente, ora è il momento di realizzare il cambiamento. Il Festival rafforzerà questo messaggio”.
Proprio l’Asvi ha messo a disposizione i suoi dati, indicatori compositi che dimostrano che negli ultimi anni l’Unione europea ha fatto progressi verso i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030, ma restano criticità e disuguaglianze tra gli Stati membri. In questo quadro, l’Italia ha conseguito risultati peggiori rispetto alla media europea in oltre la metà dei casi”. L’analisi realizzata dall’ASviS, aggiornata al 2017, traccia l’evoluzione dell’Unione europea e dei suoi 28 Stati membri rispetto al raggiungimento dei 17 obiettivi. In particolare, sono stati calcolati 16 indici compositi per il periodo 2010-2017, i quali sintetizzano 77 indicatori statistici elementari, selezionati a partire da quelli contenuti nel database Eurostat.
Dallo studio emerge, in particolare, che tra il 2016 e il 2017 si registrano miglioramenti per gli obiettivi 1 (Sconfiggere la povertà), 2 (Sconfiggere la fame), 3 (Salute e benessere), 4 (Istruzione di qualità), 5 (Parità di genere), 8 (Lavoro dignitoso e crescita economica), 10 (Ridurre le diseguaglianze), 11 (Città e comunità sostenibili), 14 (Vita sott’acqua) e 16 (Pace, giustizia e istituzioni solide).
Risultano invece stabili gli indicatori relativi agli obiettivi 7 (Energia pulita e accessibile), 9 (Imprese innovazione e infrastrutture), 12 (Consumo e produzioni responsabili), 13 (Lotta contro il cambiamento climatico), 15 (Vita sulla terra) e 17 (Partnership per gli obiettivi).
Con riferimento al 2017, in nove casi l’Italia consegue risultati peggiori rispetto alla media europea (povertà, istruzione, lavoro, innovazione, disuguaglianze, città, ecosistemi marini, governance e partnership), in un caso l’Italia presenta un dato vicino a quello medio europeo (parità di genere), mentre in sei casi l’Italia è in una condizione migliore (alimentazione, salute, energia, economia circolare, cambiamento climatico ed ecosistemi terrestri).
Dallo studio “emergono luci e ombre, che dovrebbero far attentamente riflettere i leader europei”, ha commentato il portavoce dell’ASviS, Enrico Giovannini. “Questi dati costituiscono un quadro di riferimento ineludibile per chi sarà chiamato a guidare le istituzioni europee dopo le elezioni”, ha sottolineato.
In occasione della conferenza, l’ASviS ha avanzato alcune proposte per fare dello sviluppo sostenibile “l’architrave delle politiche europee”. L’organizzazione propone di che ci siano quattro vicepresidenti della Commissione europea per ciascuno dei pilastri fondamentali dell’Agenda 2030 (economia, società, ambiente e istituzioni) e un Commissario responsabile della coerenza delle politiche per lo sviluppo sostenibile.
(@novellatop, 21 maggio 2019)