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Siccità: in Somalia 2,2 milioni a rischio morte per fame, FAO sollecita interventi urgenti

ROMA, 16 MAGGIO – In Somalia oltre 2 milioni di persone rischiano di morire di fame a causa di una disastrosa siccità. L’ennesimo allarme è stato lanciato dalla FAO secondo la quale praticamente il 18 per cento della popolazione nel periodo luglio-settembre si troverà in condizioni di fame acuta. L’allerta speciale sul paese africano è stato emesso dall’Agenzia delle Nazioni Unite che ha corretto precedenti previsioni: il numero degli affamati potrebbe essere superiore del 40% a quanto stimato.

Preoccupa inoltre il generale deterioramento dello stato della nutrizione. I tassi di malnutrizione acuta e il numero di bambini gravemente malnutriti che sono stati ricoverati nei centri di alimentazione terapeutica sono nettamente aumentati nel 2019.

“Le piogge in aprile e agli inizi di maggio possono creare o distruggere la sicurezza alimentare dei Somali per tutto l’anno poiché sono cruciali per il principale raccolto annuale del paese a luglio, dopo la “Gu” come è chiamata la stagione delle piogge”, ha affermato Mario Zappacosta, economista senior della FAO e Responsabile del sistema di informazione e allarme rapido (GIEWS). “La mancanza di piogge in aprile e agli inizi di maggio ha reso secche e sterili fino all’85% delle terre coltivate e, secondo le ultime proiezioni, il cibo coltivato durante la stagione “Gu” sarà probabilmente inferiore del 50% rispetto alla media”, ha aggiunto.Somalia

L’ultima proiezione si basa sui dati raccolti dagli esperti della FAO – ottenuti con sofisticate analisi delle precipitazioni, delle temperature, della disponibilità di acqua e dello stato di salute delle coltivazioni – che indicano la peggiore siccità degli ultimi anni. Entro fine maggio sono attese alcune precipitazioni nelle regioni centrali e settentrionali della Somalia, ma saranno insufficienti e arriveranno troppo tardi per il raccolto e il recupero dei pascoli prima dell’inizio della stagione secca. Ad esempio, nella regione somala della Bassa Shabelle, che produce più del 60% di mais, finora ha prevalso una situazione di grave siccità, con solo alcune piogge sparse e sotto la media, tra fine aprile e l’inizio di maggio. Le condizioni di siccità hanno colpito anche altre importanti aree di produzione, tra cui la “cintura di sorgo” della regione Bay, che rappresenta più della metà della produzione di sorgo del paese e la “cintura del fagiolo dall’occhio” nelle regioni di Middle Shabelle, di Mudug e di Galgaduud.

La siccità ha avuto pesanti ripercussioni sui pastori e sul bestiame. Le scarse piogge dallo scorso ottobre hanno gravato pesantemente anche sui pastori e sul loro bestiame mentre le colture si andavano prosciugando e l’acqua era sempre più scarsa. L’allarme della FAO avverte che un numero preoccupante di animali sono in condizioni di salute pessime – a causa del basso peso corporeo e delle malattie provocate dalla siccità nelle regioni centrali e settentrionali del paese. E’ quindi necessario intervenire per prevenire la perdita di vite umane e la FAO e i suoi partner devono fornire aiuti urgenti e dare assistenza alimentare per prevenire una completa distruzione dei sistemi di sostentamento locale e la perdita di vite umane.

(@novellatop, 16 maggio 2019)

 

Maria Novella Topi
Maria Novella Topihttps://onuitalia.com
Maria Novella Topi è stata a lungo capo servizio della Redazione Esteri dell'Ansa. Tra le sue missioni l'Albania (di cui ha seguito per l'agenzia la caduta del comunismo e le successive rivolte), l'Iraq e la Libia. Ha lavorato per lunghi periodi nell'ufficio di corrispondenza di Parigi. Collabora da Roma a OnuItalia.

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