NEW YORK, 12 APRILE – “Per l’Italia l’azione contro le mine risponde a un duplice imperativo, umanitario e di sviluppo: sminamento, educazione ai rischi connessi alle mine e assistenza alle vittime rappresentano tutte componenti essenziali per la protezione di civili, operatori umanitari e caschi blu e costituiscono la premessa per l’avvio di processi di sviluppo sostenibile in aree conflittuali e post-conflittuali.” Lo ha detto il Vice Rappresentante Permanente italiano all’ONU, Ambasciatore Stefano Stefanile, intervenendo alla riunione in formula Arria del Consiglio di Sicurezza tenutasi oggi al Palazzo di Vetro sulla mitigazione della minaccia rappresentata dagli ordigni esplosivi.
L’evento “Explosive ordnance threat mitigation: For the implementation of a coherent and comprehensive response” era organizzato organizzato da Belgio, Polonia e Germania e si e’ tenuto a seguito dell’International Mine Awareness Day, celebrato ieri alle UN dalla direttrice di UNMAS. “L’Italia si è dotata di uno strumento finanziario dedicato, il Fondo Italiano per lo Sminamento Umanitario, attraverso il quale, con stanziamenti annuali nell’ordine di oltre 3 milioni di euro, finanzia programmi in molti paesi del mondo, tra cui Afghanistan, Bosnia Erzegovina, Colombia, Libia, Somalia, Sudan. Vantiamo una collaborazione solida e di lungo corso con UNMAS con cui, nel solo 2018, abbiamo lanciato sei iniziative congiunte per un valore di oltre 2 milioni di euro.”
Stefanile ha sottolineato che “l’approccio italiano riserva anche un’attenzione specifica alla protezione del patrimonio culturale” – ne sono un esempio le attività di sminamento a Mosul, volte a garantire, in coordinamento con l’UNESCO, la tutela di siti come la Grande Moschea di al-Nuri a Mosul in Iraq – ma anche che “formazione e addestramento sono al centro dell’impegno italiano in questo settore, anche grazie all’operato del Centro d’Eccellenza delle Forze Armate Italiane contro i dispositivi esplosivi improvvisati (IED), i cui corsi specializzati di sminamento sono offerti ai caschi blu stranieri quale parte del contributo assicurato dall’Italia al peacekeeping ONU per il 2019.” (@OnuItalia)