ROMA, 29 MARZO – Si sono lasciati alle spalle guerra, dolore e campi profughi: sono i 54 nuovi profughi siriani che sono giunti oggi all’aeroporto di Fiumicino a Roma attraverso i corridoi umanitari promossi dalla Comunità di Sant’Egidio, Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia e Tavola Valdese, in accordo con i Ministeri dell’Interno e degli Esteri.
Gioia, sorrisi e bolle di sapone: è la fotografia dei 14 tra bambini ed adolescenti, con i palloncini azzurri in mano ed al grido di “Viva l’Italia!”, che fanno parte di 10 nuclei familiari e 7 persone singole. Saranno accolti ed integrati da associazioni, parrocchie e comunità di Genova, Padova, Bologna, Scicli, Napoli e Trento.
Ci sono state anche tante lacrime ed abbracci per le famiglie che oggi, in Italia, si sono ricomposte. Chi era già arrivato in Italia, con precedenti Corridoi, ha accolto calorosamente i propri familiari con mazzi di fiori. Dopo mesi, spesso anni, trascorsi nei campi profughi in situazioni di estrema precarietà e senza possibilità di frequentare la scuola per i bambini, i rifugiati sono ora accolti grazie “alla generosità di tanti italiani“. Saranno inseriti in percorsi di integrazione, a partire dall’apprendimento della lingua e dall’inserimento lavorativo.
“E’ necessario continuare con il progetto dei Corridoi umanitari perché la guerra in Siria, purtroppo, non è finita e la situazione profughi in Libano è veramente drammatica”, ha commentato il presidente della Comunità di Sant’Egidio, Marco Impagliazzo. “Migliaia e migliaia di persone che non vedono ancora un futuro per la loro vita, in Italia hanno trovato, chi già è arrivato, questo futuro con questo progetto di accoglienza ed integrazione. Abbiamo bisogno noi di immigrati, hanno bisogno loro di salvezza e di futuro. È veramente una grande risposta che serve al nostro Paese e a chi soffre. C’è un’Italia che accoglie: gli italiani hanno capito che questo è un progetto serio, che ha delle basi ed un futuro. Ci sono migliaia di connazionali che si sono uniti a questo progetto ed hanno accolto nelle loro case, strutture, e nelle nostre scuole i bambini e, nel mondo del lavoro, gli adulti”.
“I corridoi umanitari – ha aggiunto – interamente autofinanziati dalle realtà che li hanno promossi e resi possibili grazie alla generosità e all’impegno volontario di tanti italiani, rappresentano un modello efficace, che coniuga solidarietà e sicurezza, tanto che è già stato replicato in altri Paesi come Francia, Belgio e Andorra, consentendo così l’arrivo in Europa, in modo legale e sicuro, di circa 2.500 persone dal febbraio 2016″, hanno sottolineato ancora i rappresentanti delle chiese protestanti e della Comunità di Sant’Egidio, insieme alla sottosegretaria agli Esteri Emanuela Del Re. Presente anche Giorgio Raspa, presidente dell’Unione Buddhista Italiana, che ha iniziato anch’essa a sostenere il programma dei corridoi umanitari.