NAIROBI, 11 marzo – La tragedia avvenuta presso Addis Abeba quando un aereo delle Ethiopian Airlines si è schiantato sei minuti dopo il decollo dalla capitale etiopica, si è allargata anche sulla Conferenza internazionale sul clima organizzata a Nairobi dalle Nazioni Unite, che si apre oggi e che doveva essere raggiunta proprio da molti dei passeggeri del volo.
L’Onu è l’organismo internazionale che piange più vittime perchè almeno 19 dipendenti delle Nazioni Unite, o di organizzazioni affiliate (tra cui 7 del World Food Program basato a Roma), hanno perso la vita nella sciagura. L’Onu ha precisato che tra le vittime del suo staff, 6 sono dipendenti dei suoi uffici di Nairobi, 2 dell’Alto commissariato per i diritti umani e 2 dell’Unione internazionale per le telecomunicazioni.
La rotta fra Addis Abeba e Nairobi viene definita ”shuttle dell’Onu” per via della frequenza con cui viene usata da dipendenti delle organizzazioni internazionali. Quanto alle nazionalità tra le vittime vi sono 8 italiani (subito definiti i rappresentanti della parte migliore del paese, perchè membri di ong, organismi internazionali, cultura). Tra i 157 morti 149 erano passeggeri e otto erano membri dell’equipaggio. Secondo la lista, le persone a bordo avevano 32 diverse nazionalità: oltre agli italiani, 32 kenyoti, 18 canadesi, 9 etiopi, 8 cinesi, 8 statunitensi, 7 francesi, 7 britannici, 6 egiziani, 5 olandesi, 4 persone con passaporti Onu, 4 indiani, poi cittadini di Austria, Svizzera, Russia, Marocco, Spagna, Israele, Belgio, Indonesia, Uganda, Yemen, Sudan, Serbia, Togo, Mozambico, Rwanda, Somalia, Norvegia, Irlanda.
Un minuto di silenzio dunque ha aperto la quarta Conferenza Onu sull’ambiente che mai come quest’anno presenta sul tavolo temi urgentissimi per la sopravvivenza del pianeta. Fino al 15 marzo i rappresentati dei 193 Stati membri dell’Onu discuteranno su come salvare il pianeta dal cambiamento climatico e dallo sfruttamento troppo intensivo delle risorse. Capi di Stato e ministri dell’Ambiente, insieme a Ong, attivisti e amministratori di multinazionali lavoreranno per assumere impegni, magari arrivando a un patto globale per l’ambiente.
A rappresentare l’Italia il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa: “Il mio pensiero va a chi ha perso la vita”. Da un lato si guarderà alle soluzioni innovative per risolvere le sfide climatiche, come la geoingegneria, e dall’altro alla produzione e al consumo sostenibili. Nel corso dei negoziati si affronteranno temi critici come lo stop allo spreco alimentare, il sostegno alla decarbonizzazione delle economie e la crisi delle plastiche in mare. Su quest’ultimo fronte il Wwf ha lanciato una mobilitazione per chiedere un Trattato legalmente vincolante per tutti i paesi del mondo, volto a contrastare l’inquinamento marino dalla plastica. Sono centinaia di migliaia le firme raccolte finora. Ciononostante arrivare ad un accordo pieno sarà impresa arduia, secondo molti degli osservatori. Ci sono paesi, come l’India ma anche l’Ue, disposti a mettere al bando gli oggetti monouso di plastica quali piatti e bicchieri. Ma altri ne temono gli impatti economici e occupazionali.
Altro tema divisivo sono le nuove tecnologie, e in particolare la geoingegneria, che raggruppa diversi approcci: dalle soluzioni che consentono di rimuovere la CO2 dall’atmosfera agli aerosol iniettati nella stratosfera per bloccare i raggi solari e raffreddare il pianeta. Nel forum si discuterà una risoluzione in materia. Una proposta sostenuta dalla Svizzera e da una decina di altre nazioni chiede al programma Ambiente dell’Onu (Unep) uno studio approfondito sulle tecnologie per mitigare gli effetti del riscaldamento globale. Quel che sembra certo è che non è più il momento di rimandare. “Il tempo stringe”, ha evidenziato Joyce Msuya, direttrice esecutiva a interim dell’Unep, che in una lettera agli Stati membri ha chiesto “coraggio e risolutezza” nell’affrontare le sfide ambientali. “È tempo per noi di dare veramente forma alle trasformazioni fondamentali che saranno necessarie per sostenere la vita umana: trasformazioni nei nostri sistemi alimentari, energetici, economici, dei rifiuti, e di fatto anche nei nostri sistemi di valori. In gioco – ha concluso – ci sono la vita e la società, come la maggior parte di noi le conoscono e ne godono oggi”.
(@novellatop, 11 marzo 2019)