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venerdì, Luglio 26, 2024

Per FAO in Sud Sudan dopo stagione di magra 7 milioni a rischio alimentare

JUBA, 26 FEBBRAIO – In Africa e in Sud Sudan in particolare sempre più persone soffrono di grave carenza alimentare e si prevede che al culmine della stagione magra (maggio-luglio) quasi 7 milioni di persone saranno in condizioni di insicurezza alimentare acuta. Lo affermano tre agenzie delle Nazioni Unite, chiedendo di incrementare gli aiuti e di facilitare l’accesso all’assistenza umanitaria.

Il rapporto sulla Classificazione integrata delle Fasi della sicurezza alimentare IPC, pubblicato a Juba dal governo del Sud Sudan in collaborazione con la FAO, l’UNICEF e il Programma alimentare mondiale (PAM) dimostra che il numero di persone che sono gravemente insicure dal punto di vista alimentare è già aumentato del 13% da gennaio dell’anno scorso.

Tra queste, circa 30.000 persone stanno già vivendo un’insicurezza alimentare estrema (a livello di catastrofe o IPC5, il più alto livello d’insicurezza alimentare) negli stati di Jonglei e dei Laghi, nel Sud Sudan orientale e centrale.
Il rapporto mostra che l’insicurezza alimentare continua a essere causata dagli effetti combinati del conflitto, di una produzione alimentare insufficiente e dallo sfollamento di popolazione di grandi dimensioni. La produzione locale di cereali nel 2019 fornirà solo il 52% del fabbisogno del paese, rispetto al 61% nel 2018. Penuria
Il conflitto continua a minare la produzione alimentare, impoverisce il bestiame e limita l’accesso delle persone a fonti alimentari alternative. Lunghi periodi di siccità, inondazioni, malattie delle coltivazioni e infestazioni parassitarie hanno gravemente colpito la produzione agricola, che dipende in gran parte dalle precipitazioni. I poveri sono stati particolarmente vulnerabili agli alti prezzi dei generi alimentari e alla limitata disponibilità di cibo nei mercati.
C’è urgente bisogno di più fondi per aumentare l’assistenza umanitaria al fine di salvare vite umane e proteggere i mezzi di sostentamento. Con l’attuale livello di assistenza, secondo il rapporto, tra maggio e luglio circa 50.000 persone vivranno in una situazione di catastrofe (estrema insicurezza alimentare). Senza alcuna assistenza, questo numero potrebbe salire a 260.000.
“Le proiezioni sono allarmanti e la sicurezza alimentare continua a peggiorare. Insieme alla popolazione del Sud Sudan, dobbiamo agire con urgenza per invertire questa tendenza. La nostra priorità è sostenere le famiglie per mantenere e aumentare la loro produzione e aiutare le comunità agro-pastorali a preservare i propri mezzi di sostentamento. L’anno scorso la distribuzione di sementi e di attrezzi agricoli da parte della FAO ha avuto un impatto positivo sulla sicurezza alimentare del Paese, ma questo non basta”, ha dichiarato Pierre Vauthier, Rappresentante della FAO in Sud Sudan. “Se l’accordo di pace firmato lo scorso settembre sarà pienamente rispettato, la FAO può continuare a sostenere i rimpatriati a ricostruire i propri mezzi di sussistenza e contribuire alla ripresa della nazione”, ha aggiunto.

Esiste un rischio reale di carestia in aree che sono già molto insicure nel settore alimentare, nel caso in cui la situazione generale nel paese si deteriorasse e ci dovesse essere una prolungata assenza di assistenza umanitaria. Le zone del paese particolarmente a rischio sono Unity, Jonglei, Upper Nile e Lakes.

Il supporto umanitario
“È necessario un sostegno umanitario sostenibile per affrontare le esigenze immediate di assistenza alimentare. È inoltre fondamentale sostenere le attività di resilienza per migliorare i mezzi di sussistenza e aumentare la capacità delle famiglie di farvi fronte”, ha affermato il Coordinatore umanitario nel Sud Sudan, Alain Noudehou. “L’attuazione piena e tempestiva dell’accordo di pace è quindi essenziale per consentire agli sfollati – la maggior parte dei quali sono donne e bambini – di tornare a casa e riprendere le loro vite”.
Le tre agenzie delle Nazioni Unite, insieme ad altre organizzazioni umanitarie, hanno condotto massicce operazioni di soccorso da quando il conflitto è esploso alla fine del 2013. Il meccanismo integrato di risposta rapida – squadre mobili che viaggiano solitamente in elicottero per raggiungere persone in aree isolate – fa parte dello sforzo congiunto delle agenzie per fornire un supporto immediato e salvavita.
Nel 2019, la FAO mira a fornire a 800.000 famiglie di agricoltori, pescatori e agro-pastorali in aree di grave insicurezza alimentare sementi di ortaggi e di altre colture, attrezzi agricoli manuali e attrezzature per la pesca. Un kit di coltivazione consente a una famiglia di coltivare abbastanza cereali per fornire cibo per più di sei mesi – il che può contribuire notevolmente ad alleviare la fame. A sostegno delle comunità agro-pastorali che tendono ad essere fortemente dipendenti dal bestiame, la FAO sta effettuando vaccinazioni e altri servizi di salute animale per prevenire la mortalità su larga scala.

Per soddisfare le crescenti esigenze, il PAM fornirà alle persone più vulnerabili una varietà di aiuti, tra cui cibo salva-vita e distribuzioni di denaro in aree dove i mercati sono ancora funzionanti; cibo in cambio di lavoro per la costruzione e la riabilitazione di beni comunitari; cibo per i pasti scolastici; e prodotti speciali per la prevenzione e il trattamento della malnutrizione dei bambini e delle donne incinte o che allattano.

Il PAM sta attualmente fornendo assistenza per soddisfare le esigenze immediate e rafforzare la capacità di recupero delle persone. L’agenzia prevede di predisporre 175.000 tonnellate di cibo in più in 60 magazzini prima dell’inizio della stagione delle piogge. Tenere del cibo da parte non solo aiuterà a salvare vite umane, ma ridurrà i costi di consegna, rendendo inutili i costosi lanci aerei durante la stagione delle piogge quando molte aree non sono raggiungibili su strada.

Nel 2019, l’UNICEF punta a fornire servizi nutrizionali di qualità a oltre due milioni di bambini e alle loro madri. L’UNICEF fornirà integratori di micronutrienti, servizi sanitari e consulenze su adeguate pratiche di alimentazione e igiene infantile per prevenire la malnutrizione acuta. Il rilevamento precoce dei bambini bisognosi di assistenza nutrizionale verrà incrementato e sarà fornito cibo terapeutico pronto per l’uso per il trattamento di bambini gravemente malnutriti. Affinché l’UNICEF riesca a raggiungere le donne e i bambini che ne hanno bisogno, sono necessari ulteriori finanziamenti, poiché i fondi attuali coprono il programma solo fino alla fine di aprile 2019.

Maria Novella Topi
Maria Novella Topihttps://onuitalia.com
Maria Novella Topi è stata a lungo capo servizio della Redazione Esteri dell'Ansa. Tra le sue missioni l'Albania (di cui ha seguito per l'agenzia la caduta del comunismo e le successive rivolte), l'Iraq e la Libia. Ha lavorato per lunghi periodi nell'ufficio di corrispondenza di Parigi. Collabora da Roma a OnuItalia.

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