GINEVRA, 26 FEBBRAIO – L’Italia torna ad alzare la voce contro la pena di morte ribadendo il suo impegno in prima linea nella campagna globale per fermare le esecuzioni. La vice ministra degli affari esteri e della cooperazione internazionale Emanuela Del Re e’ intervenuta oggi a Ginevra nel corso di un panel di alto livello sulla pena capitale e discriminazioni organizzato ai margini della sessione 2019 del Consiglio per i Diritti Umani. Del Re ha osservato che la pena di morte ha maggiori probabilità di colpire categorie di persone sproporzionatamente vulnerabili, con gravi conseguenze sui loro diritti fondamentali.
“L’Italia incoraggia i paesi che non l’hanno ancora fatto a prendere in considerazione la possibilità di stabilire una moratoria, al fine di abolire la pena di morte”, ha aggiunto Del Re ricordando che il ministero degli affari esteri ha istituito una Task Force con rappresentanti delle organizzazioni della società civile per rafforzare la cooperazione per la promozione di una moratoria universale della pena di morte.
Il panel era stato aperto dall’alto Commissario Onu per i diritti umani Michelle Bachelet. “Continuare a condannare persone alla pena capitale, sapendo che c’è un rischio, per quanto piccolo, di commettere un errore, è inaccettabile” e “incoraggio tutti gli Stati ad unirsi alla tendenza internazionale verso l’abolizione”, ha detto la Bachelet osservando che il tema del panel è particolarmente ben scelto, “perché da nessuna parte la discriminazione è più evidente di quando si guarda alle persone nel braccio della morte. In alcuni Stati, la discriminazione concerne le disposizioni dello stesso codice penale”, ha aggiunto Bachelet citando l’esempio di persone sono condannate a morte “semplicemente per essere parte della comunità LGBT, per aver espresso un’opinione, per la loro appartenenza a un gruppo politico o per aver esercitato la loro libertà di religione, che include la libertà di lasciare una religione”.
E se e’ vero che le donne vengono messe a morte a tassi molto più bassi rispetto agli uomini, e in alcuni casi sono persino esentate dalla pena di morte, la discriminazione di genere rimane un aspetto importante della pena capitale: alcune donne sono condannate a morte per adulterio o persino per la stregoneria. (@OnuItalia)