NEW YORK, 23 OTTOBRE – Le donne della street art sfondano il soffitto di vetro all’Onu di New York: una grande mostra nell’atrio dei visitatori presenta fino al 29 novembre una serie di opere – alcune nuovissime e create per l’occasione – di artiste famose come la giapponese Lady Aiko, prima donna a dipingere sul Muro della Bowery, o come Kelsey Montague, amata da Taylor Swift e che ha studiato arte a Firenze, o giovani come
Danielle Mastrion che per sei anni ha collaborato con Spike Lee a Brooklyn.
Tra le artiste coinvolte nell’iniziativa al Palazzo di Vetro ci sono veterane della bomboletta come Swoon (Caledonia Curry, una delle prime ad essere riconosciuta internazionalmente) e Lady Pink, che cominciò a 17 anni frequentando il gruppo di Andy Warhol, Keith Haring e Jean Michel Basquiat. Selezionate da Alessandra Mattanza, artista multimediale e autrice di bestseller, e dell’architetto Augusto Ferretti, sono anche le italiane Lediesis, le cui Superdonne sono spuntate sui muri di Firenze l’8 marzo 2019, e la danese Jacoba Niepoort, le cui figure nude dal volto celato si abbracciano sulle facciate per nascondere solitudine e alienazione.
Mattanza, che partecipa con un’opera di robot art dedicata all’iraniana Masha Amini uccisa per non aver portato come doveva il velo, ha cominciato a studiare le graffitiste per il libro Street Art is Female, uscito in Italia con White Star/National Geographic Italia e che nell’edizione Usa ha vinto a dicembre 2023 il primo premio per la non fiction ai National Journalism Awards di Los Angeles.
Aiko, di famiglia borghese, arrivata a New York da Tokyo a metà anni Novanta con il dizionario inglese in valigia dopo aver frequentato una all girls school, ha cominciato come assistente di Takashi Murakami a Brooklyn: “Anche lui era giovane e alla sua prima mostra. Ma ad essere onesta, non mi sembrava una svolta. Continuavo a assistere un maschio giapponese perche’ riuscisse nel ‘suo’ lavoro”. Presto Aiko senti’ che doveva andare avanti da sola e comincio’ a usare come tele i muri del Lower East Side e di Hell’s Kitchen. Tornata a New York dopo una fase in Europa, fondò con Patrick McNeil e Patrick Miller il trio Faile (l’anagramma di A Life) da cui uscì nel 2006 per lavorare con Banksy sul documentario del 2010 Exit Through the Gift Shop.
Con uno stile che mescola estetica giapponese e cultura pop occidentale, nel 2012 Lady Aiko fu scelta per dipingere il Muro della Bowery, prima donna sul piu’ ambito luogo della street art a Manhattan. In mostra Aiko ha portato un trittico realizzato con la tecnica dello stencil in cui al motivo del teschio e tibie e’ affiancato quello del coniglietto.
La mostra, col patrocinio della Rappresentanza Permanente italiana all’Onu, presenta due opere di artisti maschi: Fin Dac e Tvboy, l’italiano Salvatore Benintende, considerato uno degli inventori del neopop. Tra le artiste, l’ucraina-americana Maya Hayuk, che amplifica su larga scala il lavoro senza firma di chi intreccia tessuti o ricami: e’ stata la terza donna dopo Aiko e Swoon a dipingere sul Wall della Bowery. Maya rifiuta l’etichetta di ‘artista donna’ e ha accettato di partecipare solo perche’ la mostra e’ al Palazzo di Vetro. “La cosa eccitante della street art – spiega – e’ la sua natura attivista e anonima. Come 25 anni fa a San Francisco, dove era l’opera ad avere il sopravvento, non l’identità della persona”. (@OnuItalia)