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mercoledì, Settembre 18, 2024

Usa in campo su riforma CdS: due seggi permanenti all’Africa

NEW YORK, 13 SETTEMBRE – In vista dell’anniversario nel 2025 degli 80 anni dell’ONU, gli Stati Uniti scendono in campo con una nuova proposta per la riforma del Consiglio di Sicurezza. Washington suggerisce di attribuire due nuovi seggi permanenti ad altrettanti Paesi africani e un seggio a rotazione per i Sids, i piccoli stati isola in via di sviluppo, in aggiunta a nuovi seggi permanenti da assegnare ai cosiddetti G4 (India, Brasile, Germania e Giappone) per i quali gli Stati Uniti spingono fin dagli anni Novanta.

Niente potere di veto ai nuovi membri

Le proposte presentate dagli Usa tramite l’ambasciatrice al Palazzo di Vetro Linda Thomas-Greenfield mirano a smuovere il dibattito sulla riforma in stallo da decenni a causa delle divergenze tra i membri permanenti.
I nuovi rappresentanti africani non avrebbero il potere di veto a differenza degli attuali P5 (Gran Bretagna, Cina, Francia, Russia e Stati Uniti), perche’ Washington e’ contraria a estendere una prerogativa assegnata dalla carta dell’Onu ai cinque membri permanenti. “Nessuno di noi vuole rinunciare al potere di veto. Se pero’ lo espandessimo a tutti il Consiglio sarebbe solo piu’ disfunzionale”.

Il benvenuto di Guterres

Il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, che nei giorni scorsi si era speso per l’assegnazione a paesi africani di nuovi seggi permanenti in Consiglio, ha dato il suo si’ alla nuova proposta. “L’annuncio è importante, ed è benvenuto”, ha affermato il suo portavoce.

Gli Stati Uniti sono inoltre favorevoli a includere tra i membri permanenti rappresentanze dell’America latina e dei Caraibi, ma dettagli su questo punto non sono stati precisati. L’ambasciatrice Thomas-Greenfield ha illustrato la nuova proposta al Council of Foreign Relations.

Per la riforma il si’ dei P5 e 2/3 dell’Assemblea

Quando L’Onu e’ stata fondata nel 1945 il Consiglio di Sicurezza aveva 11 membri, saliti a 15 nel 1965. L’assetto attuale prevede, oltre ai cinque permanenti, dieci seggi elettivi con mandato biennale, tre dei quali riservati all’Africa. Ogni cambiamento dell’assetto del Consiglio richiede un emendamento della Carta con la ratifica di due terzi dell’Assemblea generale e l’assenso dei P5.

La posizione dell’Italia attraverso UfC

L’Italia, attraverso il gruppo Uniting for Consensus da lei coordinato, ha avanzato negli anni diverse proposte di compromesso. Nel 2014 UfC ha proposto una nuova formula (“approccio intermedio”) incentrata sulla creazione di nuovi seggi a “lunga durata”, assegnati ai Gruppi regionali (non a singoli Paesi) con possibilità di una rielezione immediata (oggi esclusa dallo Statuto ONU).

UfC Cds riformaUfC ritiene che tale formula possa offrire le basi per una soluzione che possa andare incontro alle esigenze di quei Paesi che aspirano a servire per periodi più lunghi in CdS alla luce del loro crescente impegno internazionale e, allo stesso tempo, offrire a tutti i 193 Paesi Membri delle Nazioni Unite una maggiore rotazione e quindi più possibilità di servire in CdS. (@OnuItalia)

OnuItalia
OnuItaliahttps://onuitalia.com
Il giornale Italiano delle Nazioni Unite. Ha due redazioni, una a New York, l’altra a Roma.

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