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UNGA78: UNICEF, solo il 6% dei bambini in 11 paesi hanno raggiunto Obiettivi Agenda 2030

ROMA, 19 SETTEMBRE – Secondo un nuovo rapporto dell’UNICEF – lanciato nel quadro della High-level Week della 78a sessione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite (UNGA) e del Vertice SDG di New York – a metà del percorso per il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) del 2030, per due terzi degli indicatori relativi ai bambini i traguardi prefissati sono ancora lontani. Il rapporto, ”Progress on Children’s Well-Being: Centring child rights in the 2030 Agenda” avverte che, ad oggi, appena il 6% della popolazione infantile – ovvero 150 milioni di bambini – che vive in soli 11 Paesi, ha raggiunto il 50% degli obiettivi relativi all’infanzia – il livello più alto di raggiungimento a livello globale.

Se i progressi previsti continueranno, entro il 2030 solo 60 Paesi – che ospitano appena il 25% della popolazione di bambini – avranno raggiunto i loro obiettivi, lasciando indietro circa 1,9 miliardi di bambini in 140 Paesi.

“Sette anni fa, il mondo si è impegnato a sradicare la povertà, la fame e le disuguaglianze e a garantire a tutti – soprattutto ai bambini – l’accesso a servizi di base di qualità”, ha dichiarato il Direttore generale dell’UNICEF Catherine Russell. “Ma a metà strada dell’Agenda 2030, il tempo a nostra disposizione per trasformare la promessa degli SDGs, in realtà sta per scadere. Le conseguenze del mancato raggiungimento degli obiettivi si rifletteranno sulle vite dei bambini e sulla sostenibilità del nostro pianeta. Dobbiamo rimetterci in carreggiata, e lo si fa mettendo i bambini in prima linea nell’azione accelerata per raggiungere gli SDGs”.

Il rapporto fornisce un’istantanea dei progressi compiuti fino ad oggi sugli indicatori specifici per i bambini degli SDGs, adottati dagli Stati membri delle Nazioni Unite nel 2015 con l’obiettivo di porre fine alla povertà, ridurre le disuguaglianze e costruire società più pacifiche e prospere entro il 2030. L’analisi mette insieme oltre 20 anni di dati relativi a più di 190 Paesi, confrontando la situazione attuale dei Paesi con quella che intendono raggiungere nei prossimi sette anni e identificando le sfide e le opportunità per un’azione accelerata. I risultati mostrano un quadro misto di progressi e arretramenti rispetto agli obiettivi globali.

Secondo il rapporto, l’accelerazione dello sviluppo è possibile con un forte impegno nazionale, politiche efficaci e finanziamenti adeguati, con alcuni Paesi a basso e medio reddito che registrano i progressi più rapidi. Ad esempio, sulla base dei dati disponibili al 2021, la Cambogia, l’India, il Marocco, il Ruanda e l’Uganda, tra gli altri, hanno ottenuto risultati consistenti in diversi SDG legati ai bambini, soprattutto quando gli sforzi sono stati indirizzati verso aree che hanno prodotto risultati in diversi indicatori. Tuttavia, anche questi Paesi hanno ancora molta strada da fare per raggiungere gli obiettivi e devono mantenere il loro ritmo o accelerare ulteriormente. Il mondo è ancora alle prese con molteplici sfide – COVID-19, cambiamenti climatici, conflitti e crisi economiche – che hanno fermato o invertito anni di progressi.

Mentre i leader mondiali si riuniscono questa settimana per discutere il traguardo di metà percorso degli SDGs, l’UNICEF chiede ai Paesi di mettere i diritti dei bambini al centro delle loro agende e di compiere passi storici per accelerare i progressi. “In sette anni possono accadere molte cose –  ha spiegato Russell – Possiamo rinnovare e riorientare i nostri sforzi e rendere il mondo un posto più giusto e più sano per tutti. Ma per farlo, i leader mondiali devono diventare difensori dei bambini e mettere i diritti dell’infanzia al centro delle loro politiche interne e delle loro agende di spesa”.

OnuItalia
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Il giornale Italiano delle Nazioni Unite. Ha due redazioni, una a New York, l’altra a Roma.

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