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giovedì, Novembre 7, 2024

Sudan: Onu e umanitari, interventi e aiuti prima che diventi un’altra guerra dimenticata

ROMA, 1 GIUGNO – Organizzazioni umanitarie non governative e agenzie dell’Onu lanciano in questi giorni appelli per sostenere i loro sforzi di soccorso e pace per il Sudan, devastato da settimane di aspro conflitto che sta mettendo in ginocchio un paese già da tempo bisognoso di aiuti internazionali. Nonostante le numerose promesse di tregua la guerra continua e si abbatte sugli strati più deboli della popolazioni, in primo luogo donne e bambini.

Per chiedere aiuti urgenti Medici senza Frontiere ha scelto un’immagine, presente nei suoi aggiornamenti della situazione, che l’organizzazione stessa ha definito scioccante:

”Questo è un proiettile – scrive Laura Perrotta, Direttrice raccolta fondi di MSF –  È stato estratto da un nostro paziente pochi giorni fa, nell’ospedale di Bashair, a sud di Khartoum in Sudan…. Non avevo scelto questa immagine per aggiornarti sull’emergenza in Sudan. Poi ho pensato alle condizioni nelle quali è stata scattata. Ho pensato alla nostra équipe chirurgica a Khartoum che da inizio maggio ha curato oltre 400 pazienti con traumi, che opera ininterrottamente e con pochi mezzi, mentre i combattimenti minacciano le loro stesse vite….”. Continua Perrotta: ”Oggi la situazione in Sudan resta drammatica. Gli attacchi alle strutture sanitarie e ai magazzini hanno ridotto notevolmente le nostre scorte. È fondamentale che le forniture mediche continuino ad entrare nel paese e a circolare liberamente”.

Le fa eco Francesca Arcidiacono, capomissione di MSF nel paese. ”Stiamo assistendo a una violazione sistematica dei principi umanitari. Lo spazio  per operare si sta riducendo ad un livello raramente mai visto prima. Siamo scossi e sconvolti da questi attacchi deplorevoli. Le persone sono in condizioni disperate. Tutto questo è semplicemente assurdo” .  ”Restiamo in Sudan – prosegue – non solo per curare i feriti, ma anche per garantire che i malati cronici, gli anziani, le donne in gravidanza e chiunque abbia bisogno di cure mediche possa riceverle, nonostante la guerra”.

MSF lamenta 138 attacchi a strutture sanitarie dall’inizio del conflitto e denuncia con forza che il sistema sanitario del paese è al collasso: mancano farmaci, acqua e cibo.

Dei profughi e degli sfollati si occupa l’agenzia dell’Onu per i rifugiati UNHCR secondo la quale a oltre un mese dall’inizio del conflitto conclamato in Sudan, oltre un milione di persone hanno abbandonato la propria casa per fuggire in altre zone del Sudan o nei paesi limitrofi. Sono donne, tanti bambini, uomini e anziani fortemente provati dalle situazioni di pericolo e violenza che hanno vissuto e dai rischi a cui sono stati esposti durante la fuga. Molti di loro hanno subito traumi, hanno urgente necessità di cure mediche, hanno perso i propri cari o sono stati costretti a separasi dalla propria famiglia.
UNHCR continua a intensificare le operazioni di risposta: ”Stiamo assicurando assistenza primaria ai rifugiati e alle persone in fuga con beni di prima necessità, acqua potabile, assistenza medica, alloggi e servizi igienico-sanitari – scrive l’organizzazione – ma mette in rilievo che l’escalation di violenza continua e rende estremamente complesse le attività di supporto umanitario, mettendo al contempo in primo piano il bisogno di aiuti”.

L’UNICEF da parte sua ricorda che, mentre termina la sesta settimana di conflitto in Sudan, oltre 13,6 milioni di bambini hanno urgente bisogno di supporto umanitario salvavita, il più alto numero mai registrato nel paese.  Una situazione già disastrosa per i bambini prima del conflitto è ora a livelli catastrofici, con accesso a cibo, acqua sicura, elettricità e telecomunicazioni inaffidabile e inaccessibile. Oltre 1 milione di persone sono fuggite dalle loro case e sono sfollate all’interno del Sudan, tra cui 319.000 persone che hanno attraversato i Paesi limitrofi, metà delle quali si ritiene siano bambini. Prima del conflitto, quasi 9 milioni di bambini avevano già urgente bisogno di aiuti umanitari.

“Mentre il conflitto in Sudan infuria, il prezzo da pagare per i bambini continua a diventare ogni giorno più devastante”, ha dichiarato Adele Khodr, Direttore regionale dell’UNICEF per il Medio Oriente e il Nord Africa. “Questi bambini non sono solo numeri, ma individui con famiglie, sogni e aspirazioni. Sono il futuro del Sudan e non possiamo stare a guardare mentre le loro vite vengono spezzate dalla violenza. I bambini del Sudan meritano una possibilità di sopravvivere e prosperare”.

L’appello complessivo è aumentato di 253 milioni di dollari per far fronte alle ulteriori necessità urgenti, tra cui l’ampliamento delle cure per oltre 620.000 bambini colpiti da malnutrizione acuta grave, metà dei quali potrebbero morire se non aiutati in tempo. Khodr ha aggiunto che ”nonostante le sfide dell’accesso umanitario e della sicurezza a causa del conflitto in corso, l’UNICEF continua a operare in Sudan e insieme ai suoi partner, è riuscito a fornire aiuti sanitari, idrici e igienico-sanitari e nutrizionali molto necessari in tutto il Paese”.

Maria Novella Topi
Maria Novella Topihttps://onuitalia.com
Maria Novella Topi è stata a lungo capo servizio della Redazione Esteri dell'Ansa. Tra le sue missioni l'Albania (di cui ha seguito per l'agenzia la caduta del comunismo e le successive rivolte), l'Iraq e la Libia. Ha lavorato per lunghi periodi nell'ufficio di corrispondenza di Parigi. Collabora da Roma a OnuItalia.

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