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sabato, Luglio 27, 2024

Yemen: nuovi dati UNICEF disegnano emergenza assoluta per i bambini

ROMA, 15 DICEMBRE – Nuovi dati diffusi dall’UNICEF testimoniano l’aggravarsi della situazione nello Yemen, teatro di un conflitto dimenticato e di continue emergenze umanitarie. Secondo l’agenzia dell’Onu più di 11.000 bambini sono stati uccisi o mutilati per la guerra, una media di quattro al giorno dall’escalation del conflitto nel 2015. Poiché questi sono solo i casi verificati dalle Nazioni Unite, è probabile che il vero bilancio di questo conflitto sia molto più alto.
Sebbene una sorta di tregua mediata dalle Nazioni Unite abbia portato a una significativa riduzione dell’intensità del conflitto, decine di restano vittime di mine e ordigni inesplosi.A quasi otto anni dall’escalation del conflitto, più di 23,4 milioni di persone, tra cui 12,9 milioni di bambini, hanno bisogno di assistenza umanitaria e protezione, cioè quasi tre quarti dell’intera popolazione. Si stima che 2,2 milioni di bambini in Yemen siano colpiti da malnutrizione acuta, tra cui quasi 540.000 bambini sotto i cinque anni che soffrono di malnutrizione acuta grave e lottano per sopravvivere.
“Per bambini come Yasin, di 7 mesi, e sua madre Saba, cui ho fatto visita in un ospedale ad Aden, la vita è diventata una lotta per la sopravvivenza”, ha dichiarato il Direttore generale dell’UNICEF Catherine Russell, che la scorsa settimana ha lanciato l’appello dell’organizzazione per l’intervento umanitario a favore dei bambini dello Yemen. “Migliaia di bambini hanno perso la vita e altre centinaia di migliaia sono a rischio di morte per malattie prevenibili o per fame. Yasin è solo uno dei troppi bambini gravemente malnutriti in Yemen. Hanno tutti bisogno di un sostegno immediato, poiché i servizi di base sono praticamente collassati”.
Altri dati diffusi all’UNICEF dicono che più di 17,8 milioni di persone, tra cui 9,2 milioni di bambini, non hanno accesso a servizi idrici e igienici sicuri. Per anni, il sistema sanitario del Paese è stato estremamente fragile: solo il 50% delle strutture sanitarie è funzionante, lasciando quasi 22 milioni di persone – tra cui circa 10 milioni di bambini – senza un adeguato accesso all’assistenza sanitaria. La copertura vaccinale è ferma a livello nazionale, con il 28% dei bambini sotto l’anno di età che non ha effettuato le vaccinazioni di routine. Se a ciò si aggiunge la mancanza di accesso all’acqua sicura, i bambini sono esposti a un rischio estremo a causa di regolari epidemie di colera, morbillo, difterite e altre malattie prevenibili con il vaccino.
Allo stesso tempo, lo Yemen sta affrontando una grave crisi dell’istruzione, che comporta enormi conseguenze a lungo termine per i bambini. Due milioni di bambini non vanno a scuola, e questo numero potrebbe salire a 6 milioni di bambini che vedono interrotta la loro istruzione, dato che almeno una scuola su quattro nello Yemen è distrutta o parzialmente danneggiata.Yemen
“Se ai bambini dello Yemen va data una qualche possibilità di avere un futuro dignitoso, le parti in conflitto, la comunità internazionale e tutti coloro che esercitano influenza devono assicurarsi che siano protetti e sostenuti”, ha dichiarato Russell. “Fra questi, bambini come Mansour, che ho incontrato in un centro di riabilitazione e protesi sostenuto dall’UNICEF. La sua gamba è stata amputata al ginocchio dopo essere stato colpito da un cecchino. Nessun bambino dovrebbe soffrire questo. Il rinnovo urgente della tregua sarebbe un primo passo positivo che consentirebbe un accesso umanitario fondamentale. In definitiva, solo una pace duratura permetterà alle famiglie di ricostruire le loro vite distrutte e di iniziare a pianificare il futuro”.
L’UNICEF ha urgentemente bisogno di 484,4 milioni di dollari per rispondere alla crisi umanitaria in Yemen nel 2023. La mancanza di finanziamenti prevedibili per le sfide legate agli interventi urgenti mette a rischio la continuità dei servizi chiave, mettendo a repentaglio la vita e il benessere dei bambini.

OnuItalia
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Il giornale Italiano delle Nazioni Unite. Ha due redazioni, una a New York, l’altra a Roma.

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