NEW YORK, 23 SETTEMBRE – Le Nazioni Unite hanno denunciato l'”inasprimento” della risposta dell’Iran alle proteste e hanno chiesto alle autorità di imporre una moratoria immediata sulla pena di morte.
“Il capo delle Nazioni Unite per i diritti umani, Volker Türk, afferma che il crescente numero di morti causati dalle proteste in Iran, tra cui quelli di due bambini questo fine settimana, e l’inasprimento della risposta delle forze di sicurezza sottolineano la situazione critica del paese”, ha dichiarato il suo portavoce Jeremy Laurence durante un regolare briefing con la stampa a Ginevra.
Amnesty International ha sollecitato ancora una volta il Consiglio Onu dei diritti umani, che si riunirà in sessione speciale domani, a istituire con urgenza un meccanismo di indagine e di accertamento delle responsabilità sulle uccisioni illegali di manifestanti e su altre violazioni dei diritti umani in corso Iran.Dal 15 novembre, soprattutto nella provincia del Kurdistan e in altre zone dove vivono le minoranze etniche, le forze di sicurezza hanno aumentato il ricorso ai proiettili veri per disperdere le proteste. Negli ultimi sette giorni – afferma Amnesty in un bilancio di queste settimane – i morti sono stati almeno 60, compresi minorenni e persone che stavano semplicemente assistendo alle proteste, nelle provincie di Bushehr, Azerbaigian orientale, Esfahan, Fars, Gilan, Hormozgan, Kermanshah, Khuzestan, Kurdistan e Azerbaigian occidentale.
Dal 16 novembre sono stati uccisi almeno cinque minorenni: uno di loro, Kian Pirfalak, aveva solo 10 anni.
Da quando, intorno alla metà di settembre, sono iniziate le proteste, Amnesty International ha raccolto nomi e altri dettagli relativi a 305 persone uccise dalle forze di sicurezza, tra cui almeno 41 minorenni.
I tribunali rivoluzionari hanno emesso già 21 condanne a morte in relazione alle proteste, al termine di processi irregolari.