SHARM EL-SHEIKH, 15 NOVEMBRE – La crisi climatica è una crisi dei diritti dell’infanzia che grava sulle generazioni di oggi e su quelle future, basti pensare che nel mondo, circa 1 miliardo di bambini – quasi la metà della popolazione infantile mondiale – vive in Paesi a “rischio estremo” di subire gli impatti del cambiamento climatico. Questa la diagnosi di Save the Children Italia in un evento oggi al Padiglione italiano alla COP 27 di Sharm el-Sheikh aperto dal Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin.
Un bambino nato nel 2020 sarà colpito in media dal doppio di incendi, 2.6 volte in più da siccità, 2.8 volte in più da inondazioni di fiumi e dalla perdita dei raccolti agricoli, e sarà esposto ad ondate di calore eccessive 6,8 volte di più rispetto a persona nata nel 1960 afferma l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare la vita dei bambini e garantire loro un futuro. Nell’evento, grazie alla collaborazione e agli spazi messi a disposizione dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica italiano, sono state presentate alcune buone pratiche che dimostrano come i bambini e i giovani, in particolare quelli più colpiti dai cambiamenti climatici e dalle disuguaglianze e discriminazioni, possano e debbano essere al centro della risposta mondiale alla crisi climatica.
“Siamo alla COP27, per far sentire forte la voce dei bambini e dei giovani che già portano sulle proprie spalle il peso delle devastanti conseguenze dell’impatto climatico su molti paesi”, ha detto Daniela Fatarella, Direttrice Generale di Save the Children Italia.
La crisi climatica è anche un forte acceleratore di diseguaglianze. Una recente ricerca di Save the Children ha dimostrato che un bambino su tre, a livello globale, deve affrontare la doppia minaccia di un elevato rischio climatico e di una povertà schiacciante. Secondo l’indagine, si stima che l’80% dei bambini e dei giovani sia colpito da almeno un evento climatico estremo all’anno, alcuni però sono particolarmente a rischio perché affrontano anche la povertà e, per questo, hanno una minor capacità di difendersi e risollevarsi.
Tra maggio e agosto 2022, l’Organizzazione ha diffuso ad oltre 42.000 bambini e ragazzi di 15 Paesi, tra cui anche l’Italia, un questionario sull’impatto dei cambiamenti climatici e delle disuguaglianze sulle loro vite. Il questionario fa parte di una serie di consultazioni più ampie che hanno coinvolto in totale più di 54.000 bambini e ragazzi in 41 diversi Paesi. Sono 2,4 miliardi i bambini nel mondo ad oggi, e sono loro che affronteranno questa emergenza globale.
L’83% dei bambini e dei ragazzi consultati ha detto di essere stato testimone, quotidianamente, degli effetti del cambiamento climatico o delle disuguaglianze, o di entrambi. La maggior parte (73%) ritiene che gli adulti – compresi i governi, le imprese e i leader delle comunità, molti dei quali partecipanti alle riunioni del G20 e della COP27 – dovrebbero fare di più per affrontare questi problemi. Molti in Paesi che stanno affrontando l’attuale crisi alimentare, oltre ad assistere, o sperimentare, cose terribili come suicidi, morti, lavoro minorile e matrimoni precoci, sono consapevoli del nesso tra l’aumento del costo della vita e del cibo e la crisi climatica. In Africa e in Medio Oriente, per esempio, hanno osservato il collegamento tra il cambiamento climatico e l’aumento della fame, in particolare per i suoi effetti sull’agricoltura.
Ragazze e ragazzi vedono un nesso anche con l’aumento di alcune malattie – come, ad esempio l’epidemia di colera – causato dall’esposizione al calore e dalla mancanza di accesso ad acqua pulita. Anche l’inquinamento, la qualità dell’aria e i rifiuti sono stati tra le principali preoccupazioni sollevate a livello globale. Quasi tutti i giovani hanno notato che alcuni coetanei sono più a rischio di altri: quelli provenienti da famiglie a basso reddito, le bambine, i disabili e quelli sfollati dalle loro case sono stati, infatti, citati più frequentemente come in situazioni di estrema vulnerabilità.
In Italia, i partecipanti alla consultazione (317 di età compresa tra i 10 e i 25 anni) identificano nelle ondate di calore estremo (78%), nella siccità (68%) e negli incendi (44%), i principali disastri climatici che colpiscono la propria comunità. I 2/3 vedono chiaramente un peggioramento nella condizione delle famiglie di accedere a beni essenziali, quali vestiti e carburante e il 53% un peggioramento nell’accesso ad acqua pulita. Il 61% dei partecipanti al questionario pensano che i cambiamenti climatici colpiscano anche bambine, bambini e adolescenti in altri Paesi. Il 77% ritiene che alcuni Paesi abbiano più responsabilità rispetto ad altri, e la maggior parte identifica i Paesi più ricchi come quelli maggiormente responsabili. Ben il 90% degli intervistati in Italia ritiene che gli Stati debbano lavorare insieme per fronteggiare il cambiamento climatico e le disuguaglianze economiche.
“Le esperienze che sperimentano alcuni bambini e ragazzi, non dovrebbero mai essere vissute da un minore. Molte di queste hanno provocato in loro sentimenti di rabbia per la mancanza di azioni reali per risolvere i problemi, e di paura per il futuro. Le loro parole e i loro racconti ci mostrano ogni giorno l’impatto devastante che queste situazioni hanno sul loro benessere mentale. Bambine, bambini e adolescenti di tutto il mondo ci chiedono un cambiamento coraggioso per un futuro più giusto per tutti. Un cambiamento che non può più aspettare. Il loro diritto a partecipare alle decisioni che li riguardano è sancito anche dal diritto internazionale. Ora è il momento di agire in solidarietà con loro per garantire il loro futuro su un Pianeta più giusto e più sano” ha concluso Daniela Fatarella.
“E’ la prima volta che il Movimento Giovani entra nella COP da quando è nato: seppur piccola, la nostra partecipazione è la conferma che con un passo alla volta possiamo prenderci gli spazi che desideriamo e far sentire la nostra voce, come abbiamo sempre cercato di fare” hanno detto Sofia Torlontano, del Movimento Giovani per Save the Children e Simona Vassallo reporter di Change the Future, la redazione under25 del Movimento. “La richiesta alla COP è proprio questa: un meccanismo di consultazione formale e permanente che possa dare voce a tutte le ragazze e i ragazzi italiani e non, in collaborazione con le istituzioni in maniera inclusiva ed efficace” hanno concluso le due attiviste.
Save the Children chiede ai leader mondiali partecipanti alla COP27 di garantire maggiore attenzione ai diritti dei bambini e dei giovani, in particolare di quelli più colpiti dalle disuguaglianze e discriminazioni, e basarsi anche sulle loro opinioni e raccomandazioni nei negoziati, nelle decisioni politiche e sui finanziamenti per la lotta al cambiamento climatico. L’organizzazione chiede che sia assicurata una loro partecipazione sicura e significativa alle COP e agli altri forum e vertici sul clima. Save the Children chiede di aumentare gli impegni finanziari per aiutare le comunità e i bambini più colpiti da disuguaglianze e discriminazioni, ad affrontare e risollevarsi dagli impatti e dagli shock climatici, incluso il sostegno alle comunità già colpite da eventi climatici irreversibili. (@OnuItalia)