ROMA, 7 SETTEMBRE – In Malawi 60 orti biologici garantiscono cura e dignità ai malati di Aids: da un’idea della Comunità di Sant’Egidio, Slow Food International e alcune comunità Laudato si’, un progetto di coltivazione organica e vendita di prodotti biologici offre una possibilità di riscatto ai pazienti sieropositivi che oltre alla povertà, subiscono anche lo stigma della società.
L’iniziativa che si inserisce nel quadro del programma Dream, sta portando frutti inaspettati, accendendo luci in fondo ai tanti tunnel che accompagnano spesso la vita di chi è malato. ”L’idea nasce nel 2017 – spiega Davide Brambilla, biologo impegnato nel programma Dream della Comunità di Sant’Egidio – grazie all’iniziativa di Sant’Egidio e di Slow Food International, con il sostegno delle Comunità Laudato si’. Lo scopo iniziale – prosegue – era quello di avviare tre orti nell’area di Blantyre, una città nella regione centrale del Paese, per sostenere alcune famiglie di pazienti molto povere e anche per produrre frutta e verdura per il centro nutrizionale ‘Giovanni Paolo II’, sempre gestito da Sant’Egidio, che offre un pasto quotidiano a circa 700 bambini della zona. Con il tempo e con i sostegni ricevuti, siamo riusciti a creare 60 orti in tutto il Malawi, che danno lavoro a circa 900 contadini, 15 più o meno per ogni orto, e dei frutti della terra beneficiano più di 5 mila persone”.
Questi orti, oltre al beneficio nutritivo per la cura dell’Hiv, hanno dato un’occasione nuova a questi malati che, afflitti dalla malattia, pensavano di non avere più possibilità di riscatto e di essere lasciati ai margini della società.