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Tratta esseri umani, UNODC: ora i trafficanti usano anche la tecnologia

ROMA, 27 LUGLIO – Il 30 luglio è la Giornata mondiale contro la tratta di esseri umani e il tema di quest’anno è “Uso e abuso della tecnologia”. La tecnologia può essere sfruttata per rilevare, salvare e supportare le vittime potenziali o sfruttate della tratta. Ma c’è un lato oscuro: come il mondo è diventato più esperto di tecnologia, così hanno fatto i trafficanti di esseri umani.
Internet e le piattaforme digitali offrono ai trafficanti numerosi strumenti per reclutare, sfruttare e pubblicizzare le vittime; organizzare il loro trasporto e alloggio; e nascondere i proventi criminali – e tutto ciò con maggiore velocità, economicità e anonimato.Tratta
Tuttavia, nell’uso della tecnologia si trova anche una grande opportunità. “Per proteggere le persone, dobbiamo proteggere gli spazi digitali dagli abusi criminali”, afferma Ghada Waly, direttore esecutivo dell’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (UNODC). “Possiamo aiutare le autorità preposte all’applicazione della legge a utilizzare, con supporto tecnico e garanzie appropriate, l’intelligenza artificiale, il data mining e altri strumenti per rilevare e indagare sulle reti di trafficanti”.
Inoltre, Internet può contribuire a fornire sostegno alle vittime a grandi distanze, mentre le attività di sensibilizzazione sull’uso sicuro dei social media potrebbero contribuire a ridurre il rischio che le persone cadano vittime della tratta online.
Un esempio di un uso potente e positivo della tecnologia per contrastare la tratta di esseri umani viene da Love Justice International, un’organizzazione della società civile che ha ricevuto finanziamenti dal Fondo fiduciario volontario delle Nazioni Unite per le vittime della tratta di esseri umani (UNVTF). Love Justice lavora per identificare le potenziali vittime mentre sono in procinto di essere oggetto di traffico – cioè, dopo che sono state reclutate ma prima che vengano sfruttate.
Combinando i propri dati sulle precedenti potenziali vittime con i grafici della rete stradale di OpenStreetMap (un database geografico open source collaborativo), ha creato mappe del percorso che mostrano i segmenti stradali che potrebbero essere più utilizzati per la tratta di esseri umani in determinate aree.
Love Justice utilizza questo approccio di mappatura, insieme ai dati della National Aeronautics and Space Administration degli Stati Uniti e alle stime del PIL della Visible Infrared Imaging Radiometer Suite per sviluppare un modello predittivo che estende l’uso del percorso termico a luoghi in cui i dati del percorso delle vittime non sono ancora disponibili.

Va poi registrato che nella tratta perpetrata in Europa una vittima su quattro è minorenne, secondo quanto emerge dal rapporto ‘Piccoli schiavi invisibili’, diffuso da Save the Children in vista della Giornata internazionale. In Italia i casi emersi e assistiti nel 2021 dal sistema anti-tratta sono stati 1.911 (con 706 nuove prese in carico nel corso dell’anno), in gran parte di sesso femminile (75,6%), mentre i minori rappresentavano il 3,3% del totale. Tra le vittime assistite, la forma di sfruttamento prevalente è quella sessuale (48,9%), seguita dallo sfruttamento lavorativo (18,8%).
Tra i paesi di origine delle vittime prevale la Nigeria (65,6%), seguita da Pakistan (4,5%), Marocco (2,6%), e, tra gli altri, da Gambia (2,5%) e Costa d’Avorio (2,3%), che, sebbene ancora in numeri percentualmente ridotti, si segnala per un trend in crescita negli ultimi anni. La fascia di età prevalente (45,4%) ha tra i 18 e i 25 anni, ma c’è anche chi ne ha meno di 17.
Secondo il report, il traffico di esseri umani in Europa genera in un anno 29,4 miliardi di euro di profitti. Le nuove armi degli sfruttatori – spiega Save the Children – per reclutare potenziali vittime passano per le chat online, i social media, le agenzie di collocamento online, i siti web di assistenza all’immigrazione contraffatti, i forum sul dark web e il pagamento dei servizi tramite criptovalute.

OnuItalia
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Il giornale Italiano delle Nazioni Unite. Ha due redazioni, una a New York, l’altra a Roma.

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