NEW YORK, 23 GIUGNO – Nel corso del dibattito odierno in Assemblea Generale, l’Italia ha ribadito il proprio sostegno ai principi della Responsabilità di Proteggere (R2P) per prevenire il rischio di atrocità. La priorità sono il rafforzamento della protezione dei bambini e la promozione dell’istruzione come strumento fondamentale per combattere l’odio e diffondere i valori della tolleranza, ha sottolineato il Vice Rappresentante Permanente presso le Nazioni Unite, Ambasciatore Stefano Stefanile.
La riunione era stata convocata per discutere il rapporto del Segretario Generale su “Bambini, giovani e responsabilità di proteggere”, presentato da Alice Wairimu Nderitu, Consigliere speciale del Sottosegretario generale per la prevenzione del genocidio. Oltre 60 Stati membri hanno chiesto di intervenire in Assemblea. Nel 2005, le Nazioni Unite hanno concordato all’unanimità la responsabilità della comunità internazionale di proteggere le popolazioni dal genocidio, dai crimini di guerra, dalla pulizia etnica e dai crimini contro l’umanità. Oggi il mondo si trova ad affrontare livelli di violenza, atrocità e sradicamento senza precedenti.
“La prevenzione è la chiave per garantire la sicurezza dei bambini e dei giovani dai crimini di atrocità”, ha dichiarato il Segretario generale, Antonio Guterres, secondo cui continuare a rendere operativa la R2P significa anche affrontare le cause sottostanti che possono fornire terreno fertile per la crescita di mentalità di atrocità.
Prima di parlare all’Assemblea generale, Nderitu si era rivolta al Consiglio di sicurezza: “Le narrazioni odiose e conflittuali che si formano sulla scia di una crescente ostilità, violenza e discriminazione, possono avere un impatto devastante sulle società in generale”, aveva detto: “Lo abbiamo visto nel periodo che ha preceduto l’Olocausto, poi in Ruanda nel 1994” e anche nel conflitto etnico in Bosnia tra musulmani, serbi e croati a metà degli anni Novanta, ha aggiunto, ricordando che “la fine delle guerre richiede azioni sostenute”, tra cui contrastare la retorica acrimoniosa, i discorsi di odio online e offline e le violazioni dei diritti che hanno un impatto sulle vite e sui mezzi di sussistenza. (@OnuItalia)