ROMA, 17 GIUGNO – A poco più di 100 giorni dall’inizio del conflitto e in due mesi di attività i due blue dots – spazi sicuri dedicati a donne, bambini e persone con esigenze specifiche -aperti a Trieste da UNHCR e UNICEF in partnership con ARCI, D.i.Re, Save the Children e Stella Polare, hanno già raggiunto 2600 persone.
Dall’inizio del conflitto, lo scorso 24 febbraio, sono arrivati in Italia oltre 130.000 rifugiati dall’Ucraina: il 50% sono donne, oltre il 30% bambini e adolescenti, visibilmente colpiti dal conflitto e dalla fuga. L’annuncio arriva alla vigilia della Giornata Mondiale del Rifugiato fissata dall’ONU il 20 giugno.
Sia durante il viaggio che una volta in Italia, le persone costrette alla fuga sono particolarmente vulnerabili, hanno innumerevoli bisogni e sono esposte al rischio di abusi e violenza di genere. Tra le sfide, l’accesso ai servizi quali salute e educazione, oltre all’orientamento nel Paese d’accoglienza. Attraverso il coinvolgimento di operatori/trici sociali, psicologi, operatori/trici legali, e mediatori/trici linguistico-culturali, i blue dots si presentano come spazi sicuri e luoghi di ristoro per l’individuazione, l’assistenza e l’invio di minorenni a rischio – inclusi i minori stranieri non accompagnati – e di persone con bisogni specifici ai servizi sul territorio; primo supporto psico-sociale; e consulenza legale di base.
Delle 2.600 persone raggiunte, circa la metà sono bambini e adolescenti. Tra gli adulti, l’80% sono donne, il 20% uomini. “Fornire un’assistenza adeguata e tempestiva ai rifugiati, in particolare alle persone con esigenze specifiche, non solo è essenziale per il loro benessere immediato, ma favorisce anche le opportunità che avranno di integrarsi in Italia” ha dichiarato Chiara Cardoletti, Rappresentante UNHCR per l’Italia, la Santa Sede e San Marino.” Siamo felici di poter garantire attraverso i blue dot uno spazio sicuro, una garanzia che dovrebbe essere estesa a tutte le persone in fuga”.
“Nei blue dot entriamo ogni giorno in contatto con bambine, bambini, ragazze e donne visibilmente segnati del conflitto. La presenza al confine a supporto delle autorità e il coordinamento con i partner, ci permettono di intervenire tempestivamente per l’identificazione e l’assistenza di minorenni e donne a rischio e di fornire risposte concrete ai bisogni specifici” Anna Riatti, Coordinatrice programma UNICEF in Italia, Ufficio per l’Europa e l’Asia Centrale. (@OnuItalia)