PARIGI, 14 GIUGNO – ”Siamo profondamente preoccupati per l’impatto negativo della guerra in Ucraina sulla sicurezza alimentare in Africa, continente che importa grandi quantità di derrate alimentari da Russia e Ucraina. Il nostro obiettivo è combinare le misure di emergenza con interventi strutturali mirati a rafforzare l’agricoltura africana, che rappresenta ancora una componente significativa dell’economia del continente, rendendola più efficiente e sostenibile sul piano ambientale e integrando sviluppo rurale con accesso all’energia e potenziamento dei servizi sanitari”: lo ha detto la vice ministra degli Esteri Marina Sereni inaugurando la XXI edizione dell’UA-OCSE International Economic Forum on Africa nel quadro della Ministeriale OCSE a Parigi presieduta dall’Italia.
Il Forum è una consolidata piattaforma di dialogo economico tra il Centro di Sviluppo dell’OCSE (di cui fanno parte tra gli altri 11 Paesi africani) e l’Unione Africana (UA). Ad essa hanno partecipato, oltre a Sereni e al Vice Segretario Generale dell’OCSE Jeffrey Schlagenhauf, il Presidente del Senegal Macki Sall in qualità di Presidente dell’UA. È grazie a una iniziativa della Presidenza italiana che viene lanciata la proposta di avviare un nuovo dialogo tra l’OCSE e l’Unione Africana.
Nel suo intervento, Sereni ha ricordato le tre maggiori priorità relative al continente africano: sicurezza alimentare, sviluppo del settore privato e rafforzamento delle opportunità per le generazioni più giovani.
‘L’Africa – ha proseguito Sereni – è un continente ricco di capitale umano, per questo puntiamo a potenziare il ruolo di giovani e donne rafforzando capacità imprenditoriali e creando impiego dignitoso: istruzione di qualità, formazione professionale e trasferimento tecnologico sono elementi essenziali per raggiungere questi obiettivi”. La Vice Ministra ha quindi sottolineato il ruolo chiave delle PMI in Africa per la crescita e la diffusione di prosperità, così come del resto in Italia. ”L’Italia – ha detto – proprio per la struttura del suo tessuto produttivo e le politiche economiche inclusive che ha sviluppato nei decenni a favore delle piccole e medie imprese, può legittimamente aspirare a porsi come modello per l’Africa”.