ROMA, 6 GIUGNO – È Alessandra Cappellotto, ex ciclista su strada e dirigente sportiva che si è prodigata per far arrivare in Italia alcune cicliste afgane in fuga dai talebani, la vincitrice della quarta edizione del premio ‘Sport e diritti umani’, indetto nel 2019 da Amnesty International e Sport4Society per riconoscere azioni e gesti pubblici di solidarietà e d’impegno in favore dei diritti.
Così ha deciso la giuria del premio, presieduta da Riccardo Cucchi e della quale fanno parte Luca Corsolini, Alessandra D’Angiò, Barbara Liverotti, Angelo Mangiante, Laura Petruccioli e Jacopo Tognon.”Abbiamo deciso di premiare Alessandra Cappellotto per il suo impegno in favore del ciclismo femminile e della sua promozione anche sulle strade più impervie, dal Ruanda all’Afghanistan. Grazie al suo lavoro molte cicliste hanno potuto assecondare la loro passione, trovando in Italia attenzione umana e tecnica. La sua ‘Road to equality’ ha attraversato, superandoli, i confini della discriminazione. Una campionessa del mondo in bicicletta e nella difesa dei diritti umani”, ha dichiarato il presidente della giuria Riccardo Cucchi.
“Quando ho ricevuto la telefonata del presidente della giuria Riccardo Cucchi sono rimasta senza parole, letteralmente. Facevo perfino fatica a capire cosa mi stesse dicendo e mi chiedevo, anzi ho chiesto, se la giuria era proprio sicura di volere premiare me, è stata la telefonata più incredibile mai ricevuta in vita mia. Sono onorata, felice e grata”, ha confessato Alessandra Cappellotto.Nelle precedenti edizioni erano stati premiati il cestista Pietro Aradori (2019), il Pescara Calcio (2020) e l’ex calciatore Claudio Marchisio (2021), in quest’ultimo caso con menzioni alla pallavolista Lara Lugli e allo Zebre Rugby Club.
La premiazione di Alessandra Cappellotto avverrà domenica 12 giugno a Verona, nell’ambito della XXXVII Assemblea generale di Amnesty International Italia.