NEW YORK, 14 APRILE – Il mondo e’ sull’orlo di una “tempesta perfetta” di crisi. La guerra in Ucraina, in tutte le sue dimensioni, sta producendo allarmanti effetti a domino su un’economia mondiale già colpita dal COVID-19 e dal cambiamento climatico, con impatti particolarmente drammatici sui paesi in via di sviluppo. La fotografia di una “crisi di tripla vulnerabilità”, che minaccia di influenzare negativamente la vita di miliardi di persone in tutto il mondo, e’ stata illustrata in un rapporto del “Global Crisis Response Group” dell’ONU.
Lo studio, presentato dal Segretario Generale Antonio Guterres, la sua vice Amina Mohammed e da Rebeca Grynspan, Segretario Generale della UN Conference on Trade and Development (UNCTAD), riprende recenti proiezioni secondo cui l’economia mondiale avrà un intero punto percentuale di crescita del PIL inferiore del previsto a causa della guerra che sta gravemente sconvolgendo i mercati alimentari, energetici e finanziari, già in precedenza molto tesi a causa della crisi climatica e della pandemia. “Il popolo dell’Ucraina non puo’ reggere alla violenza che gli e’ stata inflitta. E i popoli piu’ vulnerabili del mondo non possono diventare danni collaterali nell’ennesimo disastro di cui non hanno alcuna responsabilita’”, ha detto il capo delle Nazioni Unite.
L’Ucraina e la Federazione Russa forniscono circa il 30% del grano e dell’orzo del mondo, un quinto del mais e più della metà dell’olio di semi di girasole. Allo stesso tempo, la Federazione Russa è il primo esportatore mondiale di gas naturale e il secondo esportatore di petrolio. Insieme, le vicine Bielorussia e Federazione Russa esportano anche circa un quinto dei fertilizzanti del mondo. La conseguenza e’ che i prezzi delle materie prime stanno raggiungendo livelli record in tutti i settori: quelli degli alimenti sono più alti del 34% rispetto a questo periodo dell’anno scorso. (FAO Food Price Index). I prezzi del petrolio sono aumentati di circa il 60%. I prezzi del gas e dei fertilizzanti sono più che raddoppiati.
I paesi in via di sviluppo sono sotto una spada di Damocle: le loro popolazioni sono particolarmente vulnerabili a queste oscillazioni dei prezzi, poiché dedicano la maggior parte del loro reddito al cibo e all’energia. “Agli attuali livelli di prezzo, le stime della FAO sul caso peggiore di aumento della denutrizione e dell’insicurezza alimentare sono altamente probabili”, si legge nel rapporto..
In un ambiente già caratterizzato da alti livelli di stress socioeconomico a causa degli effetti del COVID-19, l’aumento dei prezzi alimentari minaccia effetti a catena di disordini sociali. Un’analisi UNCTAD dei dati storici rivela che, in generale, i disordini civili e gli aumenti dei prezzi delle materie prime agroalimentari sono altamente correlati.
Inoltre, l’anno scorso l’inflazione globale è salita al massimo del 5,2%, costringendo molte banche centrali a segnalare prima del previsto aumenti dei tassi d’interesse, portando a maggiori costi di servizio del debito per il mondo in via di sviluppo. Secondo il Financing for Sustainable Development Report 2022, “il 60% dei paesi meno sviluppati e di altri paesi a basso reddito sono già ad alto rischio o in difficoltà per il debito”.
Per leggere il rapporto completo del “Global Crisis Response Group”, cliccare qui e visitare la pagina web dedicata sotto questo link. (@OnuItalia)