MILANO, 23 MARZO – Dei circa 4.000 bambini malati di cancro in cura negli ospedali ucraini prima della guerra, ne risultano a oggi rintracciati 638. A un mese dall’inizio della guerra in Ucraina e di incessante lavoro per metterne in salvo il maggior numero possibile, la ONG Soleterre, insieme alla sua derivazione locale Fondazione Zaporuka, ha fatto oggi il punto sulla situazione dell’oncologia pediatrica nel Paese.
Si tratta dei pazienti più complessi, che non potevano essere dimessi allo scoppio della guerra. Di questi, 440 sono stati finora evacuati fuori dall’Ucraina in Germania, Italia, Spagna, Paesi Bassi, Regno Unito, Francia, Svizzera, Austria, Stati Uniti e Canada attraverso un ponte-aereo, inizialmente coordinato da Soleterre, AREU e Regione Lombardia, e che oggi prosegue con il coordinamento del sistema di Protezione Civile e con la Centrale Remota Operazioni di Soccorso Sanitario (CROSS), che ha esteso a tutti gli ospedali italiani la possibilità di accogliere i pazienti.
Oggi sono ricoverati presso strutture ospedaliere italiane almeno 70 bambini e adolescenti pazienti oncologici ucraini (alcuni arrivati con mezzi propri).
Gli altri 198 pazienti presi in carico dalle strutture ospedaliere ucraine prima della guerra, e seguiti da Soleterre, non sono attualmente nelle condizioni di essere trasportati fuori dal Paese, perché troppo fragili per affrontare il viaggio oppure perché per il momento le loro famiglie non intendono lasciare il Paese. Con loro, Soleterre realizza un costante lavoro di verifica delle condizioni fisiche e psicologiche per includerli nell’evacuazione.
Restano tuttavia numerosi bambini e adolescenti che Soleterre, con il proprio staff, sta cercando di rintracciare attraverso i direttori di tutti i centri oncologici pediatrici ucraini. Questi pazienti sono stati dimessi forzatamente all’inizio della guerra e sono tornati nelle loro abitazioni oppure sono coloro che si recano regolarmente presso i centri oncologici per cure e controlli. Molti si trovano in villaggi remoti, lontano dalle grandi città, con cui è difficile comunicare.
“In Ucraina è in atto la più grande evacuazione di pazienti oncologici pediatrici mai avvenuta nella storia. Non è mai accaduto che un Paese intero dovesse ricoverare altrove i propri bambi i malati di cancro.
In tutto il mondo i centri ospedalieri che li accolgono avranno bisogno di risorse per poter trattare pazienti aggiuntivi e per mettere a loro disposizione personale extra in termini di supporto psicologico e mediazione culturale, attrezzature e rifornimenti.
In questo momento agire in fretta e bene è essenziale: se un bambino che deve proseguire le terapie resta senza medicinali per una o due settimane, muore“, ha detto Damiano Rizzi, Presidente di Fondazione Soleterre.
In Ucraina ogni anno vengono diagnosticati circa 1.400 nuovi casi di bambini e adolescenti malati di tumore. Oltre a questi si contano altri circa 3.000 pazienti che hanno finito i cicli di cure, ma che comunque – entro i 5 anni dalla diagnosi – devono recarsi regolarmente presso i centri oncologici per il follow-up e i controlli. Anche per loro sono in corso attività di ricerca e controllo.
Fondazione Soleterre lavora in Ucraina dal 2003, dove realizza interventi strutturali, garantisce strumentazione medica e forniture di farmaci nei reparti dell’Istituto del Cancro e dell’Istituto di Neurochirurgia di Kiev e dove gestisce una casa d’accoglienza per ospitare gratuitamente i tanti bambini malati in cura a Kiev. Dal 2009 la Fondazione ha esteso il proprio intervento anche a Leopoli.
Fondazione Soleterre ha contribuito, dal 2003 a oggi, a innalzare i tassi di sopravvivenza dei bambini malati di cancro portandoli dal 55 al 64% e ha assistito complessivamente oltre 28.000 bambini con i loro genitori. (@OnuItalia)