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giovedì, Novembre 21, 2024

Donne e clima: al via la Commissione sullo Status delle Donne

NEW YORK, 13 MARZO – Con il pensiero rivolto all’Ucraina e alle altre crisi globali e regionali che rendono ancora piu’ difficile la vita per donne e bambine, prende il via domani al Palazzo di Vetro la 66esima Commissione sulla condizione delle donne (Commission on the Status of Women – CSW66), la piu’ vasta mobilitazione per il sistema delle Nazioni Unite dopo l’Assemblea generale di settembre. Tema prioritario delle riunioni di quest’anno, in programma fino al 25 marzo, saranno gli sforzi da compiere per “raggiungere l’uguaglianza di genere e l’emancipazione di tutte le donne e le ragazze nel contesto del cambiamento climatico, l’ambiente e la riduzione del rischio di catastrofi”. La delegazione italiana, di cui fanno parte anche parlamentari e rappresentanti della societa’ civile, sarà guidata dalla Ministra per le Pari opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti.

Il Segretario Generale Antonio Guterres aprira’ i lavori della plenaria mentre un intervento della Bonetti sulle politiche sul tema centrale della riunione e’ gia’ in programma nella giornata inaugurale. Il discorso a titolo nazionale e’ fissato per mercoledi’ 16. Tra gli eventi a margine organizzati o a cui partecipera’ la delegazione italiana, uno ha al centro il ruolo trasformativo delle discipline Stem nelle politiche contro il climate change, un altro il contrasto alla violenza contro le donne, un altro ancora l’empowerment delle donne attraverso le cooperative. A causa del Covid tutti gli eventi a margine saranno in forma virtuale. L’Italia ha anche organizzato una mostra di scatti del giovane fotografo Mohamed Keita – fuggito a 14 anni senza i genitori dalla Costa d’Avorio in guerra – su donne e ragazze nell’Africa subsahariana.

Le donne sono più vulnerabili degli uomini agli impatti del cambiamento climatico perche’ costituiscono la maggioranza dei poveri del mondo e sono più dipendenti dalle risorse naturali, che il cambiamento climatico minaccia maggiormente. Tuttavia, nonostante le crescenti evidenze, c’è ancora esitazione a stabilire connessioni tra genere, equità sociale e cambiamento climatico.

Il cambiamento climatico determina anche una maggiore vulnerabilità alla violenza di genere. In tutto il mondo, le donne hanno una responsabilità sproporzionata nel garantire cibo, acqua e carburante, compiti che il cambiamento climatico rende più lunghi e difficili. La scarsità di risorse e la necessità di viaggiare più a lungo per ottenerle espongono le donne a una maggiore violenza, compreso l’aumento dei fattori di rischio legati al traffico di esseri umani, al matrimonio infantile o all’accesso alle risorse per proteggerle dalla violenza di genere.

La Commissione è uno dei più importanti momenti annuali di discussione tra Rappresentanti degli Stati membri, entità delle Nazioni Unite e organizzazioni non governative che sono invitate a  fare il punto sulla condizione delle donne e a sostenere uno sforzo fondamentale  e condiviso per raggiungere la parità di genere e l’emancipazione delle donne nel contesto del cambiamento climatico, integrando la dimensione di genere nelle politiche e nei programmi di riduzione del rischio ambientale e delle catastrofi.

Una sfida che appare quanto mai complessa se si considera che le donne, per molteplici ragioni che vanno, dalla disparità nell’accesso all’istruzione, alle risorse e al lavoro, alla disparità di partecipazione ai processi decisionali, fino alle esperienze di discriminazione, si trovano in una condizione estremamente vulnerabile nella quale l’impatto delle catastrofi ambientali e climatiche può essere devastante, soprattutto per le donne che vivono in contesti di conflitto o di emarginazione sociale. (@alebal)

Alessandra Baldini
Alessandra Baldinihttps://onuitalia.com
Alessandra Baldini e’ stata la prima donna giornalista parlamentare per l’Ansa, poi corrispondente a Washington e responsabile degli uffici Ansa di New York e Londra. Dirige OnuItalia.

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