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martedì, Dicembre 3, 2024

Clima: nuovo rapporto IPCC, sempre più eventi estremi. Onu: atto d’accusa per inquinatori

ROMA, 1 MARZO – Ben 3500 pagine in cui siccità e caldo torrido, distruzione degli ecosistemi, tempeste sempre più forti e inondazioni massicce, estinzione di specie sono considerati il futuro più prossimo del pianeta: è quanto contenuto dall’autorevole Rapporto dell’IPCC (il Panel scientifico ONU sul Cambiamento Climatico), il principale organismo internazionale per la valutazione dei cambiamenti climatici. Come ci si aspettava lo studio, redatto da 270 climatologi di 67 Paesi diversi, evidenzia il trend allarmante del riscaldamento globale in atto (in accelerazione negli ultimi anni) e tutti i relativi impatti sull’attività umana, sugli ecosistemi, sulla nostra vita e di tutte le specie viventi del Pianeta.

A differenza dei precedenti report, emergono almeno tre punti chiave:

1 – gli impatti devastanti del riscaldamento globale sono già in atto, sotto gli occhi di tutti, non si tratta più solo del futuro: eventi meteo estremi più frequenti, periodi di siccità sempre più lunghi alternati a improvvise inondazioni, l’aumento incessante della temperatura media del Pianeta e dei nostri mari.

2 – inclusione nel report anche dei costi umani, sociali ed economici del cambiamento climatico.

3 – Tra le aree più vulnerabili dove è maggiore l’impatto negativo del cambiamento climatico c’è l‘Europa meridionale e in particolare per l’area del Mediterraneo, Italia inclusa.

Rispetto all’ultimo studio dell’Ipcc, il nuovo rapporto avverte che i rischi della crisi climatica si manifestano più in fretta e sono destinati a diventare gravi in tempi più brevi rispetto a quanto preventivato prima. Secondo l’Ipcc, nell’ultimo decennio la mortalità per inondazioni, tempeste e siccità è stata 15 volte più alta nelle regioni altamente vulnerabili rispetto alle regioni con una vulnerabilità minore. Se in futuro il trend di riscaldamento climatico dovesse non solo consolidarsi ma accelerare, come pare al momento evidente, si andrebbe incontro a conseguenze molto gravi tra cui siccità più durature, eventi meteo estremi più frequenti, ulteriore riscaldamento dei mari, distruzione di interi ecosistemi ed estinzione di diverse specie viventi.

Una fetta maggiore di popolazione mondiale potrebbe così non avere accesso ad acqua potabile, contestualmente ad una resa agricola via via minore e a una minor capacità di produrre alimenti. L’accorato appello del mondo scientifico ai leader politici di tutto il mondo è di predisporre subito misure di contenimento delle emissioni dei gas serra se non azzerarle del tutto entro questo secolo, concretizzare la transizione energetica ecologica verso fonti rinnovabili una volta per tutte, salvaguardare gli ecosistemi: solo così potrà essere garantito un maggior benessere all’umanità.

Le parole del segretario delle Nazioni Unite Antonio Guterres sono inequivocabili: “Di rapporti ne ho letti tanti ma nessuno come questo – ha detto – E’ una raccolta della sofferenza umana e un atto d’accusa schiacciante per il fallimento dei leader nell’affrontare i cambiamenti climatici. I colpevoli sono i più grandi inquinatori del mondo, che incendiano la sola casa che abbiamo”.

Maria Novella Topi
Maria Novella Topihttps://onuitalia.com
Maria Novella Topi è stata a lungo capo servizio della Redazione Esteri dell'Ansa. Tra le sue missioni l'Albania (di cui ha seguito per l'agenzia la caduta del comunismo e le successive rivolte), l'Iraq e la Libia. Ha lavorato per lunghi periodi nell'ufficio di corrispondenza di Parigi. Collabora da Roma a OnuItalia.

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