ROMA, 4 DICEMBRE – “Giovani, dialogo, partenariato, resilienza e multilateralismo: lungo queste direttrici continueremo a lavorare per tradurre l’agenda positiva per il Mediterraneo allargato in realtà di pace, stabilità e prosperità”. Lo ha detto il Ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, alla sessione di chiusura dei Med-Dialogues che si sono svolti a Roma in forma ibrida su iniziativa della Farnesina e dell’Ispi.
“Nel corso del 2021 l’Italia, come presidenza del G20 e partner del Regno Unito per la Cop26, ha promosso costantemente l’impegno internazionale sulle sfide con cui la regione Mena (Medio Oriente e Nord Africa) si confronta. L’obiettivo che ci ha guidato in questa azione, che continueremo a perseguire, è la costruzione di un futuro incentrato sulle persone e sui loro diritti. Anche nel grande Mediterraneo allargato”, ha detto Di Maio, riaffermando lo sforzo del Paese sul terreno del
multilateralismo per guardare al ‘Mare Nostrum’ come a un ponte
tra Europa e Africa.
La due giorni ha messo in campo circa 40 incontri ha cui hanno partecipato 180 tra rappresentanti istituzionali, politici, analisti, attivisti e giornalisti. Riflettori puntati sulle molte crisi, profondamente interconnesse, dai migranti alla Libia al terrorismo: “In tutti questi scenari, l’impegno dell’Italia si iscrive entro la cornice di uno sforzo collettivo. La sconfitta territoriale di Daesh da parte della Coalizione è un altro esempio dell’efficacia dell’approccio multilaterale”, ha sottolineato Di Maio, secondo cui “nel Mediterraneo delle crisi e delle tensioni irrisolte, le equazioni della pace e della stabilità non si risolvono tramite soluzioni unilaterali, tanto meno militari”.
L’Alto rappresentante Ue, Josep Borrell ha toccato il tema dell’immigrazione, un problema “esacerbato da situazioni come quella della Bielorussia, che ha chiamato persone da tutto il mondo con false promesse. Non possiamo permettercelo, non possiamo permettere che le persone diventino un’arma”, ha avvertito Borrell, che ha affrontato
anche i diversi nodi della politica estera di Bruxelles, dalla Siria – confermando l’impegno sugli aiuti umanitari ma escludendo ogni riconoscimento del regime di Bashar al Assad – all’Iran, con cui l’Ue continuerà a mediare nei negoziati sul nucleare a Vienna con l’obiettivo di salvale Jcpoa, ma senza pretendere che “tornino all’accordo senza nulla in cambio”. Il ritorno all’accordo sul nucleare con l’Iran “avrebbe effetto benefico sulla regione”, ha osservato Di Maio, ma la nuova tornata di trattative svoltasi a Vienna tra Iran, Gran Bretagna, Francia, Germania, Russia, Cina, e indirettamente gli Stati Uniti, la settima dall’inizio dei negoziati ma la prima dopo un’interruzione di oltre cinque mesi seguita all’elezione del presidente ultraconservatore Ebrahim Raisi, lascia le parti ancora molto distanti.
Dietro tutto questo, come filo conduttore neanche troppo invisibile, il Covid con i nuovi timori aperti dalla variante Omicron. La pandemia ha
cambiato tutto, facendo saltare paradigmi e certezze e rianimando le spinte verso un futuro diverso, dall’energia ai diritti civili: “Il vero messaggio di Med 2021 – ha sottolineato il presidente dell’Ispi Giampiero Massolo, evocando il movimento green ispirato da Greta Thunberg – è che le piazze, le persone contano”. (@OnuItalia)