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giovedì, Novembre 7, 2024

COP26: oggi e domani la parola ai leader; Johnson, basta con i bla, bla, bla

GLASGOW, 1 NOVEMBRE – “Il mondo e’ a un minuto dalla mezzanotte”, nelle parole del premier britannico Boris Johnson, e ne ha abbastanza di parole a vuoto. Oggi e domani alla Cop26 di Glasgow il podio passa a presidenti e primi ministri che possono annunciare quello che il loro paese vuole fare in concreto per la decarbonizzazione, il dossier piu’ difficile della Conferenza dell’ONU sul clima e quello piu’ a rischio di fallimento.

L’aumento degli impegni nazionali per il taglio delle emissioni di gas serra (Ndc, National Determined Contributions) è l’obiettivo principale della riunione a cui fa da padrone di casa il primo ministro britannico affiancato dall’italiano Mario Draghi che ha ospitato la Pre-Cop26 in settembre a Milano.

Partecipano circa 120 tra capi di Stato e di governo, fra gli altri, il presidente americano Joe Biden, la cancelliera tedesca Angela Merkel, il francese Emmanuel Macron, Draghi, il premier giapponese Fumio Kishida, l’indiano Narendra Modi, Justin Trudeau, il cardinale Piero Parolin per la Santa Sede, la presidente della commissione europea Ursula von der Leyen. Grandi assenti, pero’, alcuni capi di stato dei principali paesi emettitori di gas serra: il cinese Xi Jinping, il russo Vladimir Putin. il brasiliano Jair Bolsonaro, oltre al turco Recep Tayyp Erdogan che ha dato forfait per “motivi di suicurezza”.

“Qui alla COP26 dobbiamo andare oltre quel che abbiamo fatto al G20. I nostri giovani ci giudicheranno per quel che riusciremo, o non riusciremo a ottenere. Dobbiamo coinvolgerli e imparare da loro”, ha detto Draghi che alla Conferenza delle Parti in Scozia e’ accompagnato dal ministro per la transizione ecologica, Roberto Cingolani.

A Johnson il compito di aprire il vertice dei leader. Rifacendosi alle parole di Greta Thunberg afferma che dopo l’Accordo di Parigi il mondo ha fatto troppo “bla bla bla” e aggiunge che “le tecnologie, le idee”, i finanziamenti ci sono, ma serve “la buona volontà”. Un fallimento “scatenerebbe le ire del mondo”, proclama il premier britannico rivolgendosi ai rappresentanti di quasi 200 Paesi.

Dopo di lui si sono susseguiti sul podio Draghi, il primo ministro delle Barbados Mia Amor Mottley (in rappresentanza dei paesi che rischiano di rimanere sommersi dall’innalzamento dei mari), il documentarista britannico David Attenborough. Avvertendo che il pianeta “sta andando verso il disastro”, il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres ha chiesto di mantenere vivo l’obiettivo dell’1,5 gradi centigradi aumentando le azioni concrete per ridurre le emissioni globali del 45% entro il 2030, di dirottare i sussidi dai combustibili fossili alle energie rinnovabili, e tassare l’inquinamento, non le persone: “Dobbiamo mettere un prezzo al carbonio”, ha detto il capo dell’ONU. Microfono anche al principe Carlo di Windsor, in sostituzione della regina Elisabetta, assente per motivi di salute: “Pensiamo come se fossimo in guerra”, ha esortato l’erede al trono britannico che ha negli anni dimostrato una forte sensibilita’ ambientalista.

La Conferenza delle Parti (Cop) dell’Unfccc (Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici) si è tenuta la prima volta a Berlino nel 1995. Scopo della riunione, che si tiene una volta all’anno in una città sempre diversa, è decidere come combattere l’effetto serra dovuto alle emissioni umane di gas
(anidride carbonica, protossido di azoto, metano). Nel 1997, alla Cop3 di Kyoto, ci fu il primo impegno vincolante preso dai paesi per ridurre le emissioni. La conferenza più importante è stata la Cop21 di Parigi del 2015 che ha portato all’impegno di tutti i firmatari di mantenere il riscaldamento globale sotto 2 gradi dai livelli pre-industriali, possibilmente sotto 1,5. I singoli stati a Parigi hanno preso impegni vincolanti per tagliare le loro emissioni di gas serra. Questi impegni secondo l’Accordo devono essere aggiornati ogni 5 anni.

L’aggiornamento degli Ndc, previsto per il 2020, è slittato al 2021 a causa della pandemia. La Cop26 dovrebbe poi attuare altri tre punti previsti dall’Accordo di Parigi: il fondo da 100 miliardi di dollari all’anno per aiutare i paesi poveri a decarbonizzare; il mercato internazionale delle emissioni di carbonio (come l’Ets europeo) previsto dall’articolo 6 dell’Accordo; il “Paris Rulebook”, cioè l’insieme delle regole per attuare l’Accordo e per valutare quanto viene fatto da ciascun paese. (@alebal)

Alessandra Baldini
Alessandra Baldinihttps://onuitalia.com
Alessandra Baldini e’ stata la prima donna giornalista parlamentare per l’Ansa, poi corrispondente a Washington e responsabile degli uffici Ansa di New York e Londra. Dirige OnuItalia.

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