ROMA/GLASGOW, 31 OTTOBRE – L’1,5 c’e’ ma non il 2050: dei due numeri cruciali del patto sul clima da sottoscrivere al vertice di Glasgow, la data entro cui puntare per un mondo a zero emissioni resta ‘convitato di pietra’. Questo l’esito del dossier clima del vertice di Roma del G20. Il documento finale si impegna a mantenere il riscaldamento globale sotto 1,5 gradi e il riconoscimento che è scientificamente dimostrata la necessità di intervenire, ma la deadline specifica per un mondo a zero emissioni e’ sostituita da un più generico “entro o attorno” metà secolo.
Per il premier Mario Draghi, che puntava a portare a casa un pre-accordo, si tratta comunque di “un successo”, che “getta le basi per una ripresa più equa”, ricordando che negli accordi di Parigi non c’era alcun tipo di scadenza, né vaga né precisa.
“Non è stato facile raggiungere questo accordo, è stato un successo”, ha detto Draghi nella conferenza stampa conclusiva ringraziando gli sherpa e chi ha partecipato all’organizzazione di un G20 “straordinario”. Meno positivo Boris Johnson che da premier britannico raccoglie il testimone del pacchetto come co-organizzatore della COP26 in Scozia: “Non e’ abbastanza” e “le promesse cominciano a suonare vuote”.
Draghi ha detto invece che questo vertice lo ha reso fiducioso per la capacità che il G20 sembra aver ritrovato di affrontare le sfide epocali esistenziali, dal Covid al clima: “Abbiamo gettato le basi per una ripresa più equa”.
“Sul clima per la prima volta i Paesi G20 si sono impegnati a mantenere a portata di mano l’obiettivo di contenere il surriscaldamento sotto i 1,5 gradi – ha spiegato il premier – con azioni immediate e impegni a medio termine. Anche sul carbone i finanziamenti pubblici non andranno oltre la fine di quest’anno…Il senso di urgenza c’è ed è stato condiviso da tutti e si vede nel fatto che l’obiettivo dell’1,5 gradi è stato riconosciuto come scientificamente valido. C’è stato anche un impegno a non intraprendere politiche di emissioni che vadano contro il trend che tutti si sono impegnati ad osservare fino al 2030. Si può pensare che questo impegno venga mantenuto. Dopo Parigi le emissioni sono aumentate, soprattutto dopo il Covid. C’è una certa preoccupazione e occorre ora dimostrare credibilità attuando le promesse fatte”. E ancora, guardando a domani: “Il vertice di Glasgow deve segnare l’inizio di una campagna permanente”.
Il G20 ha inoltre gettato le basi per “una ripresa più equa e trovato i nuovi modi per sostenere i Paesi nel mondo, 609 miliardi sulla base dei diritti speciali di prelievo sono dedicati per la prima volta ai Paesi più vulnerabili”, ha detto il presidente del Consiglio.
Positivo il verdetto dei media: se Politico, nella sua edizione europea, scrive che Draghi, dopo aver salvato l’Euro, si accinge a salvare l’ordine multilaterale mondiale, per il New York Times il premier italiano “e’ emerso come un leader nel continente. Nel suo breve discorso di apertura del summit, in cui ha detto che ‘andare da soli non e’ una opzione’, ha definito l’agenda per i colloqui del fine settimana”. (@OnuItalia)