ROMA, 18 OTTOBRE – E’ partito con l’arrivo in Italia dei primi cinque giovani rifugiati il progetto ‘Pagella in tasca – Canali di studio per minori rifugiati’ promosso da UNHCR e INTERSOS, in collaborazione con la Farnesina e il Ministero degli Interni e co-finanziato da Conferenza Episcopale Italiana e Fondazione Migrantes. I ragazzi arrivati la scorsa settimana sono Sudanesi del Darfur.
L’iniziativa realizza un canale complementare di migrazione per 35 minori non accompagnati di età compresa tra 16 e 17 anni, fuggiti dalle violenze in Darfur e rifugiatisi dapprima in Libia e poi in Niger, sviluppando in tal modo l’offerta di percorsi legali innovativi verso l’Europa (come auspicato anche nel nuovo Patto europeo sulla migrazione e l’asilo). Il percorso di accoglienza è assicurato attraverso l’affidamento familiare e l’inclusione in un percorso di studio a cura della Rete di Centri Provinciali per l’Istruzione degli Adulti (CPIA) della Regione Piemonte.
‘Pagella in Tasca’ avvia in tal modo un nuovo modello di accoglienza di rifugiati e migranti vulnerabili, rivolgendosi in maniera legale e sicura a beneficiari particolarmente fragili quali i minori non accompagnati e realizzando altresì uno schema originale di ‘community sponsorship’ sul territorio.
L’idea di chiamare il progetto ‘pagella in tasca’ nasce dalla scoperta del drammatico episodio avvenuto nel gennaio del 2019 quando fu trovata su un giovanissimo immigrato annegato, nascosta dove si tengono le cose più care, ripiegata con cura e cucita nella giacca, una pagella con i voti delle materie scritte in arabo e francese. La scheda, è tutto ciò che si è potuto conoscere del suo proprietario, un ragazzo di quattordici anni morto nel Mediterraneo senza che nessuno lo potesse piangere. L’ha trovata Cristina Cattaneo, medico legale del Labanof (il «Laboratorio di antropologia e odontologia forense») di Milano, come ha raccontato ne suo libro ‘Naufraghi senza volto’. Grazie al suo lavoro e grazie al disegno delicato e poetico che gli ha dedicato il vignettista Makkox sul Foglio, adesso quel ragazzo senza nome è diventato un simbolo della caparbietà a cambiare le proprie sorti e all’orgoglio della cultura.