ROMA, 13 SETTEMBRE – I combattimenti in Afghanistan sembrano finiti ma i bisogni della popolazione restano enormi: lo scrive il sito di Medici senza frontiere affermando che il lavoro dell’organizzazione non si è mai fermato, soprattutto dopo la presa del potere dei talebani. ”Lo stiamo vedendo nei nostri ospedali che non hanno mai chiuso le loro porte nonostante insicurezza e instabilità….In alcune zone del paese, le nostre strutture sono le uniche a essere rimaste operative – scrive la ong – Nei cinque progetti che gestiamo (a Lashkar Gah, Kunduz, Khost, Herat e Kandahar) continuiamo a ricevere persone rimaste ferite durante gli scontri o che, per paura di rimanere coinvolte, non hanno cercato l’assistenza medica di cui avevano bisogno”.
Second i volontari alcuni pronto soccorso, come quello di Lashkar Gah, hanno toccato picchi di 800 pazienti in un giorno. Nella maternità di Khost, i team di Medici senza Frontiere stanno aumentando l’impegno a fianco delle donne afghane e sono arrivati ad assistere oltre 370 parti in una settimana. Continuano anche le altre attività che da anni vengono portate avanti nel paese: assistenza alla popolazione sfollata, lotta alla malnutrizione e trattamento contro la tubercolosi.
”Siamo in Afghanistan dal 1980. Non ci siamo mai fermati. Non lo faremo adesso” scrivono i Medici sena Frontiere, tra le poche organizzazioni non governative che sono rimaste in Afghanistan a reggere la sanguinosa onda d’urto causata dalla nuova guerra dei talebani.