ROMA, 9 SETTEMBRE – L’istruzione globale è sempre più in pericolo. La pandemia di Covid è giunta ad aggravare una situazione che in alcuni paesi è già disperata. La guerra e i cambiamenti climatici sono i maggiori responsabili dell’allontanamento di fatto di bambini e bambine dalla scuola. Oggi, in occasione della Giornata Internazionale per la tutela dell’istruzione dagli attacchi armati, istituita a maggio 2020 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite con una risoluzione, l’Italia ha ribadito con forza che l’istruzione ”è un diritto fondamentale dei bambini e deve essere sempre garantita e tutelata, anche in situazioni di conflitto armato e di emergenza umanitaria; le scuole devono essere rifugi da abusi, violenze e reclutamento da parte dei gruppi armati, nonché strumenti per costruire società pacifiche e inclusive”.
L’Italia ricorda ancora la collaborazione con le Agenzie delle Nazioni Unite, il Movimento Internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa e le organizzazioni della società civile per garantire il diritto all’istruzione nelle aree di conflitto e opera in tutte le sedi per portare all’attenzione della comunità internazionale il tema della tutela dell’istruzione dagli attacchi armati.
In occasione dell’ultima Conferenza quadriennale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa (Ginevra, 9-12 dicembre 2019), l’iniziativa italiana per consentire ai bambini di vivere in sicurezza e godere dei propri diritti, incluso il diritto all’istruzione in situazioni di conflitto armato, ha ottenuto il maggior numero di adesioni da parte di altri Governi e di organizzazioni della società civile.
Il governo italiano promuove, inoltre, numerosi eventi di sensibilizzazione nei principali consessi dell’Onu dedicati ai diritti umani e contribuisce a promuovere l’adesione più ampia possibile alla ‘Dichiarazione sulle Scuole Sicure’, approvata nel 2015 per proteggere studenti, personale scolastico e infrastrutture educative in tempo di guerra, anche in vista della 4a Conferenza Internazionale sulle Scuole Sicure che si terrà quest’anno (25-28 ottobre 2021) ad Abuja.
L’UNICEF frattanto fa sapere che secondo i suoi dati, in Asia meridionale, a causa della pandemia da COVID-19 siè interrotto l’apprendimento per 434 milioni di bambini
Secondo la ricerca condotta in India, Maldive, Pakistan e Sri Lanka, nonostante notevoli sforzi da parte dei governi e dei partner per espandere l’apprendimento a distanza, la chiusura delle scuole ha portato a disuguaglianze allarmanti nelle opportunità di apprendimento per i bambini dell’Asia meridionale.
proseguire il percorso d’apprendimento a casa. La chiusura delle scuole in Asia meridionale ha aggravato comunque una situazione che era già precaria. Anche prima della pandemia, quasi il 60% dei bambini dell’Asia meridionale non era in grado di leggere e comprendere un testo semplice entro i 10 anni di età. Inoltre, 12,5 milioni di bambini a livello primario e 16,5 milioni di bambini a livello secondario inferiore non andavano a scuola.