NEW YORK, 28 AGOSTO – Non solo Afghanistan, ma anche Yemen, Siria, Iraq e anti-terrorismo. L’Ambasciatore Maurizio Massari, Rappresentante Permanente d’Italia alle Nazioni Unite a New York, ha fatto il punto su una settimana di lavoro dell’ONU nella podcast “Voci dal Palazzo di Vetro”, inaugurata a fine luglio sulla piattaforma audio Spotify per raccontare quanto fanno le Nazioni Unite dall’osservatorio privilegiato della Missione italiana a New York.
“Di cosa si occupano le Nazioni Unite? Il grande pubblico a volte fatica a rispondere a questa domanda”, afferma Massari osservando che l’ampiezza del raggio e i compiti che l’Onu svolge non sono di facile narrazione. Nel corso di una settimana sono tanti i temi che vengono discussi e le iniziative che vengono intraprese: “Spaziamo dl settore della pace e sicurezza a quello dello sviluppo sostenibile e ai diritti umani”, dice l’Ambasciatore: “Nella settimana appena trascorsa, sebbene l’attenzione dell’opinione pubblica sia stata catalizzata dall’Afghanistan, ci sono state diverse consultazioni in Consiglio di Sicurezza a New York sul Medioriente e in particolare su Yemen, Siria e Iraq”.
Nello Yemen, dove la crisi e’ in corso da sette anni, l’assistente segretario generale Khaled Khiari ha confermato che nessun progresso e’ stato compiuto per raggiungere un accordo politico che ponga fine alla guerra civile. L’Onu e’ impegnata nell’attuazione del piano in quattro punti ideato dal precedente inviato Martin Griffiths che prevede un cessate il fuoco generale e l’avvio di negoziati diretti tra le parti, l’allentamento delle restrizioni commerciali nel porto di Hudaydah, che e’ un importante hub sul Mar Rosso, e la riapertura dell’aeroporto della capitale Sanaa. “Alla luce della gravita’ della situazione umanitaria Khiari ha esortato il governo yemenita a lasciare affluire attraverso il porto di Hudaydah beni essenziali, invitando tutte le parti a tener conto delle necessita’ della popolazione civile e quindi a non utilizzare l’economia come arma. La priorita’ al momento e’ evitare una carestia: cinque milioni di persone sarebbero ormai vicine alla morte per scarsita’ di cibo”, ha riferito Massari. Anche la Direttrice esecutiva dell’Unicef Henrietta Fore ha fornito cifre drammatiche sulle condizioni di vita dei bambini in Yemen. Dei 21 milioni di persone che necessitano di assistenza umanitaria nel paese, undici milioni e 300 mila sono bambini. L’Onu ha denunciato che nello Yemen un bambino muore ogni dieci minuti per malnutrizione o per malattie prevenibili con vaccini.
In Siria il conflitto in corso ha compiuto il suo decennale. Anche qui le Nazioni Unite hanno dovuto denunciare nei giorni scorsi come i progressi per por fine alla guerra civile siano ad un punto morto. In Consiglio di Sicurezza l’inviato speciale, il norvegese Geir Pedersen, ha riferito di un nuovo terribile record raggiunto nell’ultimo anno: quello del piu’ alto numero di sfollati tra i civili. “Molte aree del paese sono interessate da dinamiche escalatorie e dal riacutizzarsi delle violenze. Pedersen ha richiamato la necessita’ di una diplomazia internazionale costruttiva ed ha auspicato che la recente intesa tra Stati Uniti e Russia sul rinnovo dell’assistenza transfrontaliera possa espandersi ad altri ambiti di cooperazione realizzando cosi quei progressi ‘un passo alla volta‘ che costituiscono il fulcro della sua strategia di mediazione, ha riportato l’Ambasciatore Massari. Il quadro inSiria e’ peggiorato ulteriormente con il Covid che imperversa in una situazione sanitaria gia’ fragilissima.
Anche l’Iraq e’ stato discusso in Consiglio di Sicurezza la scorsa settimana in vista delle elezioni parlamentari del 10 ottobre. La missione di assistenza dell’Onu in Iraq sta intensificando gli sforzi di comunicazione per informare gli elettori e per auspicare che le parti politiche si astengano da tentativi di distorsione dei risultati. il rappresentante speciale dell’Onu per il Paese, Jeanine Hennis-Plasschaert, ha enfatizzato come le elezioni di ottobre avranno un potenziale diverso e auspicabilmente migliore rispetto a quelle del 2018 anche perche’ stavolta le Nazioni Unite hanno schierato in Iran un numero di personale cinque volte superiore per una piu’ efficace assistenza tecnica. L’appello dell’Onu e’ per un processo elettorale integro, libero da pressioni, interferenze, intimidazioni e corruttele che possano minarne la credibilita’. E’ evidente che da questo dipende il futuro del Paese e anche delle riforme con ripercussioni dirette sulla piu’ ampia stabilita’ regionale.
Sono molte le cose che l’Italia sta facendo per l’Iraq. Massari si e’ limitato a ricordare l’azione come co-presidente del gruppo di contatto sulle riforme economiche e, a partire dal prossimo anno, la leadership della missione Nato per l’addestramento delle forze armate nella lotta contro il terrorismo. Ci sono stati poi negli ultimi mesi contatti bilaterali: l’Ambasciatore ha ricordato i colloqui a Roma del primo ministro Mario Draghi con l’omologo iracheno Mustafa al-Kadhimi e gli incontri a livello di ministri degli esteri e della difesa.
Nei giorni scorsi poi, anche in vista della ricorrenza dell’11 settembre, l’Onu ha osservato la Giornata Internazionale della Memoria e Omaggio alle Vittime del Terrorismo. Massari ha ricordato che l’azione dell’Onu su questo tema va al di la’ delle cerimonie commemorative: include infatti una precisa strategia la cui attuazione fa leva sull’ufficio per il contro-terrorismo e contempla diversi strumenti di sostegno concreto alle vittime. L’Italia e’ membro a New York di diversi gruppi informali di paesi cosiddetti “like-minded” o i Group of Friends che si occupano di temi legati al terrorismo e che consentono di formulare spunti innovativi da portare all’attenzione della membership. (@OnuItalia)