ROMA, 25 GIUGNO – La situazione creata dallo stravolgimento del clima e soprattutto dal riscaldamento globale non è mai stata così grave, tanto che l’Onu ha parlato di notevole rischio per l’intera umanità con oltre 420 milioni di persone in più che dovranno affrontare le conseguenze del caldo estremo.
Carenza d’acqua, malattie più diffuse, calore insopportabile, raccolti scarsi e di bassissima qualità, fame e malnutrizione, esodi dalle città inondate e dai campi aridi, estinzione delle specie: la vita sulla Terra come la conosciamo oggi sarà drasticamente trasformata dal cambiamento climatico già quando i bambini nati quest’anno avranno 30 anni o anche prima, afferma l’Onu. E se “la vita sulla Terra può evolversi in nuove specie, l’umanità non può fare altrettanto”. Le conseguenze derivanti da “decenni di inquinamento sfrenato da carbonio” sono inevitabili a breve termine, questa corsa “sta accelerando e va fermata”.
Torna dopo 7 anni, aggiornato e più grave, l’allarme sugli “impatti irreversibili” provocati dal riscaldamento della Terra. Sono indiscrezioni, racchiuse in una bozza di 4mila pagine, anticipate dall’Afp e diffuse dall’Ansa, a cui sta lavorando il gruppo intergovernativo di scienziati delle Nazioni Unite esperti in cambiamenti climatici (Ipcc). Il documento ufficiale sarà diffuso a febbraio 2022, dopo l’approvazione dei governi dei 195 Paesi dell’Onu, a cui via via viene sottoposto per un esame e una revisione e per orientare le decisioni politiche. Troppo tardi, secondo alcuni scienziati, che ricordano altre occasioni più vicine come i vertici delle Nazioni Unite di quest’anno su clima, biodiversità e sistemi alimentari. La bozza, secondo quanto riferiscono le stesse fonti, avverte che “il peggio deve ancora arrivare” e avrà un impatto sulla “vita dei nostri figli e dei nostri nipoti più delle nostre” si legge nel rapporto.
Con +2 gradi circa 420 milioni di persone in più sulla Terra dovranno affrontare “ondate di caldo estremo” e potenzialmente letali, circa 350 milioni di persone in più che vivono nelle aree urbane saranno esposte alla scarsità d’acqua a causa di gravi siccità, fino a 80 milioni di persone in più nel mondo rispetto ad oggi potrebbero soffrire la fame entro il 2050 e non più entro fine secolo. Qualunque sia il tasso di riduzione delle emissioni di gas serra, avvertono gli esperti, gli impatti devastanti del global warming sulla natura e sull’umanità che da esso dipende accelereranno e diventeranno “dolorosamente palpabili ben prima del 2050“.